Vaccini, Pfizer e Moderna efficaci anche con le varianti. E AstraZeneca?
Pfizer e Moderna proteggono dalle varianti del Covid. Lo studio, realizzato in Israele, è stato pubblicato dalla rivista ‘The Lancet‘. Due dosi di vaccino Pfizer/BioNTech proteggono al 95% anche dalla variante inglese. Rimangono però degli interrogativi sulla durata dell’immunità da Covid e il rischio che in futuro emergano altre nuove varianti resistenti ai vaccini.
A livello di percentuali, anche una singola dose protegge al 58% contro le infezioni, al 76% contro il ricovero in ospedale e al 77% dal rischio di morte. Sono solo alcuni dei dati riscontrati in Israele, uno dei Paesi che ha vaccinato di più al mondo. Sempre lo studio conferma che sette giorni dopo la somministrazione della prima dose, negli over 16 la protezione dall’infezione era del 95,3%, tra il 96 e il 97% contro la morte, del 91,5% contro le infezioni sintomatiche e asintomatiche, del 97,2% contro i ricoveri. Entro 14 giorni dalla vaccinazioni le percentuali salivano ancora.
Moderna
Per quanto riguarda Moderna invece, è la stessa azienda che annuncia come una singola dose aumenti i titoli neutralizzanti contro due varianti diffuse, ovvero brasiliana e sudafricana. Le dosi di richiamo sono state ben tollerate e l’azienda statunitense ha annunciato che presto condividerà i dati sul richiamo multivalente che combina mRna-1273 e mRna-1273,351 in un unico vaccino.
E AstraZeneca?
Rassicurazioni che vorrebbe ricevere anche chi si è sottoposto ad una o entrambe le dosi di AstraZeneca. In particolare il personale scolastico, dopo l’annuncio del ministro Bianchi sulla ripresa immediata delle vaccinazioni. Lo studio dell’Ema ha evidenziato che i benefici del vaccino superano di gran lunga il rischio di essere colpiti dalla rara forma di trombosi associata alla carenza di piastrine. Ma per ogni categoria anagrafica la situazione è diversa. Il commissario straordinario Figliuolo ha affermato che si sta pensando di riaprire anche agli under 60, mentre l’immunologa Antonella Viola dichiara che le giovani donne sarebbero quelle più esposte al rischio delle trombosi rare. Ma molti rimangono nell’incertezza e non manca chi non è convinto di sottoporsi al richiamo.
fonte: web
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