“Abbiamo fatto una scelta di unità del Paese che è il principio per cui la scuola deve essere l’ultima a chiudere“. E’ quanto ribadito dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, all’indomani della conferenza stampa del governo sulle ultime misure anti-Covid. Dopo il secco “no” alla proposta dei presidi di tornare a scuola in Dad dopo le vacanze di Natale, il Governo studia ora strategie per blindare la scelta di tenere aperti gli istituti. Il primo fronte su cui si lavora sono le somministrazioni del siero ai bambini tra i 5 e gli 11 anni, che potrebbero essere la chiave con cui arginare il rischio di quarantene per le classi.
“Abbiamo avuto il massimo dei contagi con la scuola chiusa e avere la scuola chiusa con i ragazzi che hanno altri contatti non sarebbe spiegabile”, ha detto il ministro Bianchi nel corso di un video forum de La Stampa. “Creare degli hub vaccinali nelle scuole? Non sono impensabili, in Puglia sono stati fatti. Il settore Commissariale sta lavorando – ha spiegato il Ministro -. Occorre distinguere la situazione dei ragazzi tra i 12 e i 19 anni dove si tratta di completare i cicli vaccinali, e quella dei bimbi più piccoli dove stiamo ragionando di portare il più vicino possibile” le strutture per la vaccinazione “sulla base dell’esperienza pugliese“.
Nemmeno l’ipotesi di prolungare la didattica non è esclusa del tutto. “Finora – ha detto Bianchi – non è stato perso un giorno di scuola, ma se dovesse essere necessario ne possiamo ragionare con le Regioni”. Soluzione al momento non contemplata, visto che è stata fatta “una scelta di unità del Paese che è il principio per cui la scuola deve essere l’ultima a chiudere”.