Scuola e abbigliamento da spiaggia, la scuola contro il modello balneare

di Gianfranco Scialpi, Scuola in Forma

Scuola e abbigliamento da spiaggia. Ogni anno si ripresenta la contrapposzione tra la scuola e il modello balneare.

Scuola e abbigliamento da spiaggia. Torna lo scontro tra l’istituzione scolastica e il modello balneare. La pressione culturale, sociale ed economico per ridurre il suo profilo istituzionale e pubblico. Ci voleva il Covid-19 per riportarla al centro del dibattito culturale. Ben presto l’attenzione, però ha rivelato il suo scopo: riaprire per consentire alla maggior parte dei genitori di riprendere l’attività lavorativa.
Quindi, escludendo questa finestra temporale del Covid, tutto è tornato come prima. Era difficile illudersi di interrompre il processo di snaturamento della sua funzione, a beneficio del modello aziendalistico.

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Scuola e abbigliamento da spiaggia, il suo declino è iniziato nel 1995

Tutto è iniziato con la Carta dei Servizi (1995), la legge 59/97 e il D.P.R. 275/99  che hanno introdotto espressioni Piano dell’offerta formativaottimizzazione dei risultatiefficacia…. In sintesi ha prevalso l’orientamento al cliente che è degenerato in un’intromissione deleteria dei genitori, fino ad arrivare alla violenza verbale, psicologica e fisica sui docenti.

Il modello spiaggia che stride con il profilo istituzionale

Quest’anno il caldo stenta ad affermarsi. L’estate ancora lontana non favorisce l’abbigliamento modello-balneare. Occorre, però ribadire il profilo culturale e pubblico della scuola che non può confondersi con un villaggio turistico, una spiaggia. Ne consegue che l’abbigliamento non deve risultare stonato, rispetto alla funzione istituzionale della scuola. Purtroppo molti genitori e studenti lo dimenticano.
Il quotidiano Il Tempo ((27 maggio) dà notizia di una circolare del Preside del Mozart (I.C. Castel Porziano-Infernetto), ripresa anche da altri organi d’informazione.

Si legge “Si comunica che per il rispetto dovuto alla sensibilità di tutti i componenti della nostra comunità scolastica, e in generale dell’istituzione scolastica come contesto di crescita inclusiva e interculturale, luogo di apprendimento sereno e non sottomesso alle tendenze effimere dettate dal consumismo, è obbligatorio indossare un abbigliamento adeguato. I docenti e i membri del personale «provvederanno – si legge ancora nel documento pubblicato sul sito della scuola – a richiamare gli studenti e i colleghi al rispetto di quanto il comune buon senso dovrebbe di per sé suggerire e ad informare l’amministrazione di condotte inopportune e che arrecano turbamento, secondo quanto previsto dalle vigenti norme».”

 

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