Insegnante aggredito a Bari. Bene il Consiglio di classe

dal blog di Gianfranco Scialpi

Insegnante aggredito a Bari. Pessima vicenda. La condizione di precarietà dei docenti. La giusta sanzione del Consiglio di classe.

 

Insegnante aggredito a Bari. La vicenda

Insegnante aggredito a Bari. I fatti. Uno studente quasi maggiorenne dell’Istituto Romanazzi (Ba) decide di colpire con una pistola giocattolo che spara pallini di gomma il docente di Diritto ed Economia Pasquale P. Nella vicenda è coinvolto anche un altro ragazzo, che sembra abbia fornito al compagno la pistola giocattolo. Fortunatamente la vicenda non ha avuto importanti conseguenze sull’insegnante. Paura però tanta.
Sconcerta la risposta del ragazzo, che ovviamente tenta di sminuire la gravita dell’atto, dichiarando che la pistola era stata portata a scuola solo per giocare e comunque era scarica. Quanto espresso dal ragazzo conferma che la quotidianità è stata colonizzata dal mondo dei videogame, annullando ogni linea di demarcazione tra la realtà e la virtualità.
Sconcerta anche l’assenza di ogni risonanza emotiva ben fotografata dalla dichiarazione dell’insegnante aggredito a Bari“ciò che trovo più grave è che i ragazzi non abbiano capito quel che hanno combinato. Vuol dire, rispetto per esempio alla mia generazione, che hanno una percezione diversa della realtà. Ecco come si spiegano i fatti di cronaca delle ultime settimane, penso agli stupri o alle aggressioni. È come se non ci si rendesse conto della gravità di taluni gesti. E credo che parte della responsabilità sia delle famiglie, che non danno le giuste indicazioni ai figli. Non si tratta di episodi isolati. Si vive tutto come se fosse un gioco, una bravata.”
Il prof. ha evidenziato, inoltre il grado di precarietà e di solitudine nel quale devono operare. Non sempre tutelati dai Dirigenti scolastici che nella logica aziendale, danno più peso all’utenza.

Il Consiglio di classe e la giusta sanzione

Insegnante aggredito a Bari ha chiesto la massima sanzione. Il Consiglio di classe ha deliberato, una sospensione tra i 7 e 14 giorni. Dal punto di vista normativo ha agito correttamente. I ragazzi hanno contravvenuto all’art 3 comma 2 Legge 249/98. “Gli studenti sono tenuti ad avere nei confronti del capo d’istituto, dei docenti, del personale tutto della scuola e dei loro compagni lo stesso rispetto, anche formale, che chiedono per se stessi“. Se il Consiglio di classe avesse deciso per una sanzione superiore, sarebbero incorsi sicuramente nel ricorso dei genitori. Purtroppo le mancate e immediate scuse al professore favoriscono questa previsione.
Il Consiglio d’istituto è l’organo chiamato ad aggiornare la sanzione, rendendola più dura. Si spera che questo accada, perchè comunque appare non commisurata la restrizione del Consiglio di classe alla gravità del fatto che ha violato la dignità della persona. La sanzione dovrà prevedere una sospensione più lunga, ma con l’obbligo di frequenza e il contemporaneo impiego in compiti di educazione e di rispetto della persona concreta.

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