Concorsi/1. Cassese: il ‘Patto’ va contro la Costituzione

In un editoriale pubblicato dal ‘Corriere della Sera’ (Il merito ritorni a scuola, 25 maggio 2021) Sabino Cassese, già ministro e giudice della Corte Costituzionale, critica duramente il ‘Patto per la Scuola’ sottoscritto dal Governo (ministro Bianchi) e dai sindacati: un documento “pieno di altisonanti dichiarazioni ma privo di contenuti, salvo la previsione di «procedure urgenti e transitorie di reclutamento a tempo indeterminato»”. Cassese nota che nello stesso giorno, il 20 maggio, il decreto legge ‘Sostegni’ ha disposto “l’assunzione a tempo indeterminato di supplenti con tre anni di servizio, dopo un contratto annuale, un percorso formativo e una «prova disciplinare» orale. I supplenti con tre anni di servizio sono circa 134 mila. Continua così la prassi di immissione in ruolo di abilitati supplenti”.

Questa prassi, secondo il giurista, è all’origine della scadente qualità media degli insegnanti italiani, che si ripercuote nei mediocri risultati che i nostri studenti ottengono nelle indagini comparative internazionali. Prassi che il Patto però conferma, in spregio della Costituzione, che prescrive il concorso per l’accesso ai posti pubblici. Ma, chiede Cassese, “la scuola italiana sarà migliore dopo una lunga serie di reclutamenti senza concorso?

La situazione della scuola italiana descritta dal giurista, che se ne era occupato anche nel suo recente saggio Una volta il futuro era migliore, è drammatica: “Bisogna partire dalla povertà educativa della nostra società. Circa metà della popolazione italiana è composta da analfabeti, analfabeti di ritorno, analfabeti funzionali. Le persone tra i 25 e i 64 anni con diploma di scuola superiore sono quasi il 79% della popolazione nell’Unione europea, poco più del 62% in Italia. Le persone tra i 25 e i 34 anni con laurea o titolo di studio equivalente sono poco più del 33% del totale dei giovani della classe nell’Unione europea, poco meno del 20% in Italia”.

Ma alla radice di questo panorama desolante della scuola italiana ci sono solo, o prevalentemente, le modalità di reclutamento degli insegnanti?

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