Alternanza scuola-lavoro, i cortei da Roma a Milano: “Bianchi dimettiti”. Tensioni a Torino tra studenti e carabinieri: 7 agenti feriti

I ragazzi delle superiori tornano a protestare dopo le morti di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci. Chiedono le dimissioni del ministro dell’Istruzione e di Lamorgese. “Non si può morire di scuola” dice uno degli striscioni posti in apertura del corteo degli studenti milanesi. A Torino alcune giovani tentano l’irruzione nella sede di Confindustria: le forze dell’ordine respingono anche con i manganelli

Chiedono le dimissioni del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e della titolare del Viminale Luciana Lamorgese. Protestano contro il modello di alternanza scuola-lavoro, dopo le morti di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci. Anche questo venerdì gli studenti delle scuole superiori sono tornati in piazza, con cortei e presidi in oltre 40 città. A Milano e a Roma le due proteste principali, ma anche a Torino hanno partecipato in migliaia alla mobilitazione e si sono registrati momenti di tensione tra studenti e forze dell’ordine davanti alla sede di Confindustria. Alcune decine di giovani, armati dei bastoni con cui sostenevano i cartelli, si sono staccati dal corteo e dopo aver lanciato delle uova di vernice, hanno forzato il cancello dell’Unione Industriale. I carabinieri hanno utilizzato i manganelli per allontanarli: sette militari dell’Arma sono rimasti feriti.

Migliaia di studenti milanesi hanno sfilato in centro: in piazza Affari hanno acceso fumogeni e srotolato uno striscione con scritto ‘recovery school’, alzando il dito medio verso la Borsa, come il dito di Cattelan, poi hanno appiccicato cartelli sulla sede di Unicredit, accusata di investire in armi e inquinare. Poco prima in piazza Cordusio – in tuta bianca verniciata di rosso, occhiali e mascherina – avevano scritto ‘make school not war‘ su una staccionata. Il corteo è poi terminato in piazza Fontana. Davanti all’arcivescovado hanno scritto su uno striscione ‘eutanasia legale-cannabis legale. Fuori la Chiesa dalle nostre vite’

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I ragazzi delle superiori tornano a protestare dopo le morti di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci. Chiedono le dimissioni del ministro dell’Istruzione e di Lamorgese. “Non si può morire di scuola” dice uno degli striscioni posti in apertura del corteo degli studenti milanesi. A Torino alcune giovani tentano l’irruzione nella sede di Confindustria: le forze dell’ordine respingono anche con i manganelli

Chiedono le dimissioni del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e della titolare del Viminale Luciana Lamorgese. Protestano contro il modello di alternanza scuola-lavoro, dopo le morti di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci. Anche questo venerdì gli studenti delle scuole superiori sono tornati in piazza, con cortei e presidi in oltre 40 città. A Milano e a Roma le due proteste principali, ma anche a Torino hanno partecipato in migliaia alla mobilitazione e si sono registrati momenti di tensione tra studenti e forze dell’ordine davanti alla sede di Confindustria. Alcune decine di giovani, armati dei bastoni con cui sostenevano i cartelli, si sono staccati dal corteo e dopo aver lanciato delle uova di vernice, hanno forzato il cancello dell’Unione Industriale. I carabinieri hanno utilizzato i manganelli per allontanarli: sette militari dell’Arma sono rimasti feriti.

Migliaia di studenti milanesi hanno sfilato in centro: in piazza Affari hanno acceso fumogeni e srotolato uno striscione con scritto ‘recovery school’, alzando il dito medio verso la Borsa, come il dito di Cattelan, poi hanno appiccicato cartelli sulla sede di Unicredit, accusata di investire in armi e inquinare. Poco prima in piazza Cordusio – in tuta bianca verniciata di rosso, occhiali e mascherina – avevano scritto ‘make school not war‘ su una staccionata. Il corteo è poi terminato in piazza Fontana. Davanti all’arcivescovado hanno scritto su uno striscione ‘eutanasia legale-cannabis legale. Fuori la Chiesa dalle nostre vite’.

“Non si può morire di scuola” dice uno degli striscioni posti in apertura del corteo degli studenti milanesi, in ricordo di Giuseppe e Lorenzo, morti appunto durante l’alternanza scuola-lavoro. I liceali milanesi si sono dati appuntamento in piazza Cairoli per poi partire in corteo “contro questo modello di scuola” come si legge su un altro striscione. Il corteo passa per il centro di Milano per chiudersi in piazza Fontana. Prima di partire i ragazzi hanno srotolato uno striscione sulla statua al centro della piazza chiedendo di abolire l’alternanza scuola-lavoro e spiegando che “l’alternanza è solo sfruttamento“. “Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci sono vittime di un’Italia in cui muoiono tre lavoratori ogni giorno, in cui si è deciso di mandare gli studenti a lavorare gratis nelle stesse condizioni. Strappiamo e diamo fuoco ai simboli di Confindustria perché sappiamo chi ha voluto una scuola modellata sugli interessi dei padroni”, gridano nelle piazze i ragazzi aderenti alla Fgc, il Fronte della gioventù comunista.

fonte: il fatto quotidiano

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