Taglio cuneo fiscale, Ancodis avverte: ‘Chi verrà penalizzato di più nel mondo della scuola?’

da scuolainforma

Ancodis lancia l’allarme: la nuova detrazione fiscale da 1.000 euro per i dipendenti pubblici rischia di penalizzare i docenti più attivi.

Taglio cuneo fiscale, con l’introduzione della Legge 30 dicembre 2024, n. 207, che prevede una detrazione fiscale fino a 1.000 euro per i dipendenti pubblici con redditi tra i 20.001 e i 40.000 euro, Ancodis – l’Associazione Nazionale Collaboratori Dirigenti Scolastici – lancia l’allarme: i docenti più attivi e impegnati rischiano di essere penalizzati.

Ancodis: ‘Detrazione da 1.000 euro? Penalizzati i docenti più impegnati’

Secondo l’associazione, il beneficio – che verrà riconosciuto a partire dal cedolino di giugno 2025, con effetto retroattivo da gennaio a maggio – potrebbe trasformarsi in un paradosso fiscale per chi assume incarichi aggiuntivi nella scuola, come collaboratori del dirigente, figure di sistema, referenti PNRR o responsabili di progetti.

Un sistema che non rileva tutti i redditi

Ancodis segnala che il calcolo effettuato da NoiPA, basato sulla proiezione dei redditi percepiti, sulla Certificazione Unica 2024 e sull’eventuale reddito forzato inserito manualmente, non intercetta automaticamente i compensi accessori. Ciò significa che un docente potrebbe ritrovarsi, a fine anno, oltre la soglia dei 40.000 euro a causa di incarichi aggiuntivi, con il rischio concreto di dover restituire il beneficio ricevuto al momento del conguaglio fiscale.

Una rinuncia possibile, ma non sempre vantaggiosa

La normativa consente ai lavoratori di rinunciare alla detrazione entro il 25 maggio 2025 per evitare la retroattività del calcolo. In alternativa, è possibile agire in qualunque momento dell’anno tramite il self-service di NoiPA, con effetto per le mensilità successive. Ma la rinuncia vale per l’intero anno, e non sempre è facile prevedere con esattezza l’ammontare del reddito finale.

Ancodis: ‘Serve un sistema che valorizzi il merito, non che lo penalizzi’

“Ancora una volta – osserva Ancodis – il sistema fiscale non premia l’impegno e il senso di responsabilità di chi contribuisce, con attività aggiuntive, al buon funzionamento organizzativo e didattico della scuola. Incarichi fondamentali per il sistema scolastico vengono retribuiti in modo modesto e ora rischiano anche di far perdere un beneficio fiscale”. Ancodis chiede una riflessione strutturale: “Non possiamo accettare che chi lavora di più venga scoraggiato o penalizzato. Occorre rivedere i meccanismi fiscali e contributivi, valorizzando il lavoro aggiuntivo e favorendo una reale equità tra i profili professionali del personale scolastico”.

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