Supplenze GPS, ‘l’algoritmo del Ministero è illegittimo’: nuova ordinanza

Supplenze da GPS, una nuova ordinanza del Tribunale di Latina ha ribadito come l’algoritmo del Ministero dell’Istruzione sia illegittimo.

Supplenze attribuite da GPS per l’anno scolastico 2022/23, si torna a parlare dell’algoritmo che tanto ha fatto discutere per quanto riguarda i criteri applicati nell’assegnazione delle supplenze. L’Avvocato Maria Rosaria Altieri comunica la nuova ordinanza emessa il 19 dicembre dal Tribunale di Latina, ordinanza a favore di una docente che, totalmente e permanentemente invalida, è rimasta priva di incarico in quanto l’algoritmo l’ha completamente ignorata.

Supplenze da GPS, nuova ordinanza del Tribunale di Latina: ‘L’algoritmo è illegittimo’

Il Tribunale pontino, come sottolineato dall’Avvocato Altieri, si era pronunciato per primo sull’argomento, visto che, con un’ordinanza importante, destinata a segnare l’esito di numerose successive pronunce di altri Tribunali, aveva dichiarato l’illegittimità del funzionamento del sistema informatico utilizzato dal Ministero dell’Istruzione nelle operazioni di conferimento delle supplenze con chiamata da GPS.

Il 19 dicembre scorso, il medesimo Tribunale, su ricorso proposto dall’Avvocato Maria Rosaria Altieri (che aveva ottenuto la prima pronuncia positiva lo scorso anno scolastico) ha accolto le istanze di una docente che, non solo non è stata inclusa nella quota di riserva del 7% destinata alle assunzioni obbligatorie delle categorie protette di lavoratori ai sensi della Legge N. 68/99, ma, altresì, è stata addirittura scavalcata anche da docenti con minore punteggio.

In buona sostanza, la ricorrente non è stata affatto considerata dall’algoritmo, né con la riserva, né senza. La difesa della ricorrente ha evidenziato come la condotta del Ministero dell’Istruzione e del Merito “appare ancor più grave se si considera che la docente è affetta da paraplegia post traumatica, priva della possibilità di deambulare autonomamente e costretta per tutta la vita su una sedia a rotelle e che proprio una Pubblica Amministrazione avrebbe dovuto informare la propria condotta prioritariamente al rispetto delle norme cogenti ed inderogabili che lo Stato pone a garanzia di soggetti fragili”.

Il Ministero non è riuscito a spiegare l’esclusione della docente dalla procedura

Di fronte a siffatte contestazioni, il Ministero, costituitosi in giudizio, nell’impossibilità di giustificare quanto verificatosi nelle operazioni di nomina in danno della ricorrente, ha sostenuto genericamente la correttezza del proprio operato, senza riuscire a spiegare perché la docente, pur essendo munita del punteggio e dei titoli di riserva necessari, è stata del tutto esclusa dalle supplenze con chiamata da GPS.
In sostanza, neppure l’ufficio scolastico è riuscito a giustificare il “perverso” funzionamento dell’algoritmo che tanto difende (vale la pensa rammentare l’ulteriore effetto aberrante del sistema informatico che ha attribuito incarichi su alunni con handicap a docenti privi del titolo di specializzazione sul sostegno, escludendo i docenti specializzati).

Le motivazioni dell’ordinanza

Ritenendo, pertanto, del tutto illegittimo il sistema informatico predisposto dal MIM per le operazioni di nomina annuale e fino al termine delle attività didattiche, il Tribunale di Latina, con ordinanza del 19/12/2022, ha accolto il ricorso proposto dall’Avvocato Altieri in favore della docente gravemente disabile in quanto “risulta pertanto che la ricorrente, anche in disparte la considerazione in ordine al titolo di preferenza vantato, sia stata scavalcata da altri concorrenti aventi punteggio inferiore”.

Sulla base di tali risultanze il Giudice ha ritenuto di dover accordare la tutela d’urgenza perché “tali conseguente sono ulteriormente aggravate dallo status di inoccupazione, dalle denunciate difficoltà economiche (verosimilmente evidenziate dall’iscrizione negli elenchi centro per l’impiego del coniuge) e involgono altresì anche profili esorbitano la mera condizione economica essendo evidente che l’esclusione dagli incarichi di insegnamento comporta un ritardo nella crescita professionale .con ripercussioni ineliminabili anche per il futuro”.
La docente, che finalmente ha ottenuto giustizia, ora proseguirà la propria battaglia legale per ottenere il risarcimento integrale dei danni subiti.

da scuolainforma

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