Stipendi docenti e Ata, doppio aumento a portata di mano: video-intervista al presidente Aran Antonio Naddeo

da la tecnica della scuola

Antonio Naddeo, presidente Aran, auspica di potere chiudere il rinnovo del contratto 2022/24 Scuola, Università e Ricerca entro il prossimo mese di luglio, così da fare avere gli aumenti a docenti e Ata per novembre-dicembre 2025. E poi, a seguire, rinnovare il contratto successivo, per il quale per la prima volto i finanziamenti pubblici sono già disponibili. Il rappresentante numero uno della parte pubblica lo ha detto alla ‘Tecnica della Scuola’ nel corso di una video-intervista rilasciata al termine di convegno Snals dedicato alle Innovazioni e alle Sfide per l’istruzione e la ricerca.

 

“È vero – ha spiegato Naddeo – che questo contratto è iniziato un po’ in ritardo rispetto alla tornata contrattuale 2022/24, però dato che ci sono già le risorse per il rinnovo contrattuale futuro 2025/27, io penso che tutti dovremmo sperare di chiudere al più presto. Se la firma dell’ipotesi di accordo dovesse arrivare a luglio, questo contratto avrà effetto a novembre dicembre, cioè gli aumenti” a docenti e Ata “arriveranno a novembre dicembre. Mentre, se scavalchiamo l’estate si arriverà sicuramente al 2026. Io penso che l’auspicio di tutti, del sindacato e in questo caso anche del datore di lavoro e del Governo, è cercare di firmare i contratti prima possibile”.

È un’occasione ghiotta, per la prima volta ci sono già le risorse stanziate con la legge di bilancio per i contratti successivi. “È vero, abbiamo chiuso il 2019/2021, stiamo trattando il 2022/2024, ci sono già le risorse nel 2025/2027, cioè in poco più di due anni noi potremmo riuscire a chiudere tre contratti collettivi. È un dato di fatto che nel passato una cosa del genere non è mai accaduta. Perciò secondo me andrebbe sfruttata questa occasione”.

C’è però anche la parte normativa da affrontare. “Sono d’accordo della rilevanza del contratto sulle retribuzioni – sottolinea Naddeo – ma il contratto non sono solo le retribuzioni, per il settore della scuola ci sono tantissimi aspetti normativi che hanno un valore molto grande per i docenti e per il personale amministrativo. Perciò non dobbiamo fermarci al valore della retribuzione, che ovviamente deve crescere e deve essere in linea anche con l’inflazione, per quello che è possibile per il bilancio dello Stato”.

 

Tornando alla parte economica, c’è già un’indennità di vacanza contrattuale che copre all’incirca la metà dell’importo che ha proposto la parte pubblica: la scuola potrebbe andare oltre quell’importo sganciandosi dal pubblico impiego?

“No – replica il presidente dell’Aran -, la scuola non si può sganciare dal pubblico impiego perché vi è inserita a tutti gli effetti. La vacanza contrattuale, diciamo maggiorata, è stata erogata già un anno e mezzo fa e consuma la metà delle risorse. Ovviamente però noi abbiamo un’altra metà delle risorse da erogare e consideri una cosa: quelle della vacanza contrattuale sono risorse che sono andate andranno sullo stipendio, perciò ovviamente non c’è una deminutio della contrattazione. Anzi se posso dire visto il ritardo con cui sta arrivando questo contratto per fortuna c’è stato un minimo di anticipo e consideri che adesso c’è già una nuova vacanza contrattuale non maggiorata per il contratto 2025/27”.

“Perciò – conclude Naddeo sottolineando che gli insegnanti vanno sempre rispettati per il prezioso lavoro che svolgono – non vorrei che i dipendenti, i docenti e il personale amministrativo, si vedessero crescere le indennità, il numero delle vacanze contrattuali, e non il contratto vero e proprio. Questo sarebbe la sconfitta della contrattazione”.

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