Sostegno, ‘occorre raddoppiare gli ammessi al TFA’: come?
Lara Sardi scuola informa
Troppi i docenti di sostegno precari e non specializzati
Purtroppo, non sempre a scuola il diritto allo studio e all’inclusione sono pienamente tutelati: questo a causa dei troppi docenti precari a cui ogni anno sono conferiti incarichi a tempo determinato. Innumerevoli sono infatti le cattedre di diritto che ogni anno aspettano di essere ricoperte: tante volte capita che all’inizio delle attività didattiche i docenti non sono ancora nominati e che solo dopo settimane gli alunni con disabilità possano essere supportati regolarmente da insegnanti di sostegno.
Tuttavia, ormai è prassi nominare docenti non specializzati, poiché manca personale con l’apposito titolo di specializzazione: succede pertanto che ad affiancare gli studenti certificati siano insegnanti prive di competenze in merito alle strategie e metodologie didattiche finalizzate all’inclusione. Questo, purtroppo, sta diventando un problema di vecchia data.
L’Anief propone di raddoppiare il numero di docenti specializzati
Per ovviare a questa situazione, il sindacato Anief ha avanzato una proposta: ha chiesto di portare al 40% la didattica universitaria telematica, al fine di raddoppiare gli ammessi al TFA sostegno e ai 60 Crediti formativi universitari, i CFUI, con riserve dei posti per i precari. “La proposta – ha spiegato in un comunicato il presidente nazione del sindacato Marcello Pacifico – è stata fatta sia al Ministero dell’Università e della Ricerca che al Ministero dell’Istruzione e del Merito: l’interlocuzione è in atto e speriamo davvero di arrivare all’obiettivo prefisso”.
“Perché l’esigenza di specializzare è altissima”, ha sottolineato Pacifico, “e rimanere poco sopra a 20 mila candidati per ciclo formativo non può bastare. Ci sono quasi 80 mila specializzati da formare su 200 mila totali: considerando anche i pensionamenti e i docenti di sostegno che tornano sulla disciplina, riteniamo che il numero di specializzati annui debba essere almeno raddoppiato. La didattica universitaria online incrementata potrebbe essere la soluzione al problema”, ha concluso il sindacalista leader dell’Anief.