Sostegno, AAA cercasi docenti: la questione degli insegnanti abilitati all’estero

Anche il nuovo anno scolastico 2022/23 inizia con la cronica carenza di insegnanti di sostegno: il problema degli abilitati all’estero.

Docenti di sostegno, in media, ogni anno, servono almeno 50mila insegnanti di sostegno nella scuola pubblica italiana. Il fatto che i vari cicli dei TFA sostegno mettano a disposizione pochissimi posti ha spinto moltissimi docenti a recarsi all’estero, nei vari Paesi della Comunità Europea, per ottenere la loro specializzazione.

Sostegno, la questione dei docenti abilitati all’estero

Il problema è noto. Se da una parte il Ministero dell’Istruzione non riesce a gestire queste domande di riconoscimento relative all’abilitazione ottenuta all’estero, dall’altra, soprattutto, l’amministrazione centrale non ‘gradisce’, per così dire, che i docenti si specializzino fuori dal nostro Paese. Nello stesso tempo, però, non si sta facendo nulla per aumentare i posti a disposizione.

La maggior parte degli insegnanti di sostegno che, negli ultimi cinque anni, si sono abilitati all’estero non hanno ottenuto il riconoscimento del titolo. Il Ministero dell’Istruzione non risponde mai entro 120 giorni, ragion per cui il docente abilitato all’estero deve rivolgersi al TAR per sollecitare una risposta da parte dell’amministrazione.

Secondo una stima, in Italia, ci sarebbero almeno 20mila docenti abilitati all’estero ancora in attesa di riconoscimento. Quest’anno le difficoltà sono ancora maggiori visto che i docenti si sono trovati impossibilitati a sottoscrivere contratti, secondo la nuova Ordinanza Ministeriale, nonostante siano inseriti in graduatoria.

‘Mi sono abilitato in Spagna nel 2021 – ha dichiarato in un’intervista rilasciata all’ANSA uno delle migliaia di docenti, Pietro Lo Castro – ho presentato regolare richiesta al Ministero dell’Istruzione. Sono decorsi i 120 giorni durante i quali il Ministero dovrebbe esprimersi con un provvedimento di accoglimento o con un provvedimento di rigetto ma questo non è avvenuto. A seguito di un ricorso ho ottenuto un provvedimento cautelare che, attualmente, mi ha permesso di lavorare’. Nel frattempo, però, è passato un anno, durante il quale l’insegnante è rimasto disoccupato.

da scuolainforma

 

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