Smartphone, contrordine del Ministero
di Reginaldo Palermo, La Tecnica della scuola
Smartphone, per alcune attività gli studenti possono usarli.
Con una nota inviata agli Uffici regionali e, per il loro tramite, a tutti i dirigenti scolastici delle scuole “superiori” italiane, il Ministero fornisce ulteriori “precisazioni per agevolare lo svolgimento delle attività di orientamento attivo promosse dalle Istituzioni universitarie ed AFAM”.
“Considerata la rilevanza di tali percorsi di orientamento e al fine di assicurare il conseguimento degli obiettivi PNRR in parola, si ritiene che, fermo restando quanto stabilito dalla circolare n. 3392 del 16 giugno 2025, le Istituzioni scolastiche di istruzione secondaria di secondo grado possano aderire alle modalità di active learning sviluppate da molte Università e Istituzioni AFAM per lo svolgimento delle attività previste nell’ambito dei percorsi”.
Tradotta in parole semplici la nota significa che le scuole possono consentire agli studenti di utilizzare gli smartphone per partecipare alle attività previste dai percorsi di orientamento promosse da Università e accademie.
La precisazione si è resa necessaria per “mitigare” e circoscrivere le disposizioni contenute nella nota del 16 giugno scorso che prevede al contrario il divieto di uso degli smartphone anche a scopi didattici.
La nota ministeriale, un po’ sibillina per i non addetti ai lavori, sembra quasi voler evitare di dire chiaramente che, a determinate condizioni, gli alunni possono usare gli smartphone.
La circolare sta creando qualche malumore fra i dirigenti scolastici, molti dei quali fanno osservare che, forse, anziché imporre divieti e consentire di volta in volta eccezioni e deroghe, il Ministero potrebbe (e dovrebbe) consentire alle scuole di esercitare la propria autonomia didattica espressamente prevista da un legge che ha ormai più di un quarto di secolo e garantita dalla stessa Carta Costituzionale.
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