Scuola superiore senza smartphone in classe
La circolare ministeriale impone il divieto in orario scolastico, regole e sanzioni aggiornate, poche eccezioni. Cosa succederà da settembre?
Campanelle che squillano, smartphone che tacciono. Alle superiori, da settembre, entrerà in vigore il divieto totale di uso del cellulare in orario scolastico: lo ordina una circolare firmata il 16 giugno dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che richiama “evidenze scientifiche” su cali di attenzione, sonno compromesso e rendimento scolastico in discesa.
Regole aggiornate, sanzioni previste e poche eccezioni: solo per studenti con PEI o PDP, per necessità documentate o per indirizzi tecnici in cui lo smartphone sia “strettamente funzionale” alla didattica. Nel frattempo, a Bruxelles prende corpo l’idea di una raccomandazione UE per spegnere i cellulari a scuola: una linea comune per ridurre le distrazioni digitali e rimettere al centro l’apprendimento.
Divieto generalizzato e motivazioni scientifiche
La misura viene motivata con gli effetti negativi documentati dall’OCSE, dall’OMS e dall’Istituto Superiore di Sanità sull’uso eccessivo o improprio degli smartphonetra gli adolescenti, con ricadute su attenzione, sonno, relazioni e rendimento scolastico. Il riferimento OCSE è il report 2024“From decline to revival: Policies to unlock human capital and productivity”, che collega un uso intensivo di smartphone e social media al calo degli apprendimenti e sollecita programmi per un uso responsabile del digitale a scuola. L’OMS, con il rapporto 2024 HBSC, segnala l’aumento dell’“uso problematico” dei social media tra i giovani (dal 7% all’11% tra 2018 e 2022) e rischi di dipendenze comportamentali con impatto sul benessere mentale.
Cosa cambia per le scuole: regole, sanzioni ed eccezioniù
La circolare chiede alle istituzioni scolastiche di aggiornare i regolamentie il patto di corresponsabilità prevedendo il divieto di smartphone alle superiori “anche a fini didattici”, con specifiche sanzioni disciplinari per le violazioni, e demandando all’autonomia scolastica l’individuazione delle misure organizzative per garantirne l’osservanza.
Restano previste eccezioni: utilizzo autorizzato nei PEI e PDP per alunni con disabilità o DSA, per motivate necessità personali, nonché nell’ambito di indirizzi del settore tecnologico dell’istruzione tecnica quando lo smartphone sia “strettamente funzionale” al progetto formativo.
Rimane “ovviamente” consentito, per finalità didattiche, l’impiego degli altri dispositivi digitali (pc, tablet, LIM) secondo la programmazione delle scuole, sollecitando un uso ottimale delle dotazioni acquisite con gli investimenti degli ultimi anni.
Sul piano europeo, il ministro ha rappresentato al Consiglio Istruzione UE del 12 maggio la richiesta di una raccomandazione per vietare gli smartphone a scuola, iniziativa che ha ricevuto ampio riscontro tra diversi Stati membri.
Applicazione e contesto: dai precedenti alle pratiche d’istituto
L’estensione alle superiori segue il bando già introdotto nel 2024 dall’infanzia alla secondaria di primo grado e si inserisce in un quadro internazionale in cui vari Paesi restringono o vietano l’uso dei cellulari in classe.
Nella pratica scolastica, molte scuole hanno già regolamentato l’accesso ai dispositivi: un’indagine citata evidenzia che alle superiori circa il 61% degli studenti dichiara la presenza di regole scritte, con modelli organizzativi che vanno dall’obbligo di tenere il telefono spento per tutta la giornata alla consegna all’ingresso, fino alla consultazione limitata in ricreazione.
Il Ministero richiama anche l’educazione alla cittadinanza digitale e all’uso responsabile degli strumenti, indicando le Linee guida per l’educazione civica come riferimento per affrontare anche le tematiche legate all’Intelligenza Artificiale e ai suoi impieghi didattici.
L’orizzonte dichiarato resta duplice: tutelare il benessere psicofisico degli studenti e migliorare la qualità degli apprendimenti, riducendo le distrazioni digitali e rafforzando le competenze critiche nell’ecosistema scolastico.