Scuola, arresto in flagranza per lesioni a presidi e professori
di Maria Teresa Caputo, Altalex
“Materia di tutela del personale docente della scuola e dei dirigenti scolastici”.
Quando si impedisce ad un docente di svolgere in serenità il proprio lavoro, il fallimento si ripercuote anche sui nostri figli.
Sembrano averlo dimenticato i tanti genitori che, indossando vesti da «bulli» e scendendo in campo in difesa dei propri figli, aggrediscono sempre più frequentemente – e non solo verbalmente – gli insegnanti.
Queste le ragioni che hanno indotto il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ad approvare il 30 aprile uno schema di Disegno di Legge volto a contrastare il fenomeno delle aggressioni a danno del personale scolastico.
Sommario
- Genitori sempre più «bulli»
- Le attuali disposizioni a tutela della sicurezza del personale scolastico
- Il Disegno di Legge contenente «Disposizioni in materia di tutela del personale docente della scuola e dei dirigenti scolastici»
- Conclusioni
Genitori sempre più «bulli»
«Dopo il personale sanitario, quello scolastico è in assoluto il maggiormente coinvolto passivamente da aggressioni».
Lo ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione nel corso della conferenza stampa al termine della riunione svoltati a Palazzo Chigi.
E se nell’anno scolastico 2022-2023 il maggior numero delle aggressioni sono state poste in essere dagli studenti, nell’anno 2023-2024 soggetti attivi sono stati soprattutto i genitori, con tendenza riconfermatasi nel 2024-2025.
Genitori ai quali in passato si temeva di comunicare un brutto voto o una nota disciplinare e che invece, oggi, sempre più spesso sono i maggiori sostenitori dei propri figli.
Accade così che a Roma, ricorda il Ministro Valditara, una docente, dopo essere stata per diverso tempo vittima di stalking, posto in essere dai genitori di un allievo, sia stata «costretta» a farsi scortare a casa per paura; paura per il ruolo di educatrice che rivestiva.
Questo non è stato sufficiente in considerazione del fatto che i genitori, dopo averla raggiunta a scuola, l’hanno aggredita con un bastone.
Ma, purtroppo, simili violenze o analoghe aggressioni ai danni del personale scolastico si sono verificate anche in altre città italiane, da Nord a Sud.
In Calabria, per esempio, un genitore, dolendosi delle insufficienze conseguite dal proprio figlio, colpiva con pugni un docente che, cadendo rovinosamente al suolo, batteva la testa e veniva ricoverato in prognosi riservata.
Non risparmiati dalla «furia» di alcuni genitori neanche i dirigenti.
Come dimenticare l’aggressione subita dal dirigente di una scuola materna a Taranto, colpito con calci e pugni dal papà di una bimba di tre anni?
La sua unica colpa? Quella di aver «scomodato» i genitori invitandoli a recarsi a scuola, come il regolamento d’Istituto prevedeva, per effettuare il cambio della biancheria alla bimba che non era riuscita a cambiarsi da sola.
Questi sono soltanto alcuni degli episodi verificatisi perché l’elenco è lungo e destinato a crescere se non si interviene tempestivamente.
Le attuali disposizioni a tutela della sicurezza del personale scolastico
Già consapevoli della gravità del fenomeno «aggressioni» ai danni del personale scolastico, il Parlamento in data 4 marzo 2024 approvava la Legge n. 25 «Modifiche agli articoli 61, 336 e 341 bis del codice penale e altre disposizioni per la tutela della sicurezza del personale scolastico».
L’articolo 1 della citata Legge ha previsto l’istituzione, presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico con il compito di monitorare e analizzare le segnalazioni di casi di violenza commessi in danno del personale scolastico e degli eventi indicatori del rischio di atti di violenza o minaccia in danno dello stesso.
A sottolineare l’importanza della tematica anche l’istituzione, come previsto dall’articolo 3 della Legge, della «Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico» da celebrarsi il 15 dicembre di ogni anno e volta a sensibilizzare la popolazione, promuovendo una cultura che condanni ogni forma di violenza contro il personale scolastico.
Ad essere interessati dalla Legge anche tre articoli del codice penale.
L’articolo 4 della Legge, intitolato «Modifica all’articolo 61 del codice penale» ha introdotto un’ulteriore circostanza aggravante comune ed infatti il n. 11-novies attualmente prevede che aggrava il reato, quando non ne è elemento costitutivo o circostanza aggravante speciale, anche «l’avere agito, nei delitti commessi con violenza o minaccia, in danno di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola, a causa o nell’esercizio delle loro funzioni».
L’articolo 5 della Legge ha apportato invece modifiche all’art. 336 del codice penale «Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale».
L’articolo 336 al primo comma sancisce: «Chiunque usa violenza o minaccia a un pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pubblico servizio, per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri, o ad omettere un atto dell’ufficio o del servizio, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni».
La legge ha inserito il secondo comma che così sancisce: «La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso dal genitore esercente la responsabilità o dal tutore dell’alunno nei confronti di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola».
Ad essere stato interessato dalla riforma attuata con Legge n. 25 del 2024 anche l’articolo 341 bis del codice penale «Oltraggio a pubblico ufficiale».
Subito dopo il primo comma ai sensi del quale «Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone, offende l’onore ed il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d’ufficio ed a causa o nell’esercizio delle sue funzioni, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni», la Legge ha inserito il secondo comma che così sancisce: «La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso dal genitore esercente la responsabilità genitoriale o dal tutore dell’alunno nei confronti di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo o amministrativo della scuola».
Il Disegno di Legge contenente «Disposizioni in materia di tutela del personale docente della scuola e dei dirigenti scolastici»
Alla luce del crescente fenomeno delle aggressioni ai danni del personale scolastico, e della evidente insufficienza dell’attuale normativa, il Ministro dell’Istruzione ha annunciato l’approvazione dello schema di un Disegno di Legge illustrandone nel corso della conferenza stampa del 30 aprile i tratti salienti.
«Inasprimento delle pene» il concetto chiave della riforma.
Al centro del Disegno le aggressioni fisiche ai danni del personale scolastico perché, come evidenziato dal Ministro Valditara: «Oggetto della riforma non sono le mere aggressioni verbali».
Il Disegno di Legge, apportando modifiche all’articolo 380 del codice di procedura penale estende l’arresto obbligatorio in flagranza di reato, escludendone i minori, alle ipotesi di lesioni personali a carico dei docenti e dirigenti scolastici.
Trattasi di novità che ripercorre le orme, potremmo dire, della Legge n. 171 del 2024«Misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell’esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all’assistenza sanitaria» con la quale si estendeva l’arresto obbligatorio in flagranza, modificando l’articolo 380 del codice di procedura penale, al personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria.
Alla flagranza di reato, come non ha omesso di evidenziare il Ministro proponente il Disegno di Legge, è equiparata la «quasi flagranza» ed infatti l’articolo 382 del codice di procedura penale «Stato di flagranza» al comma 1 sancisce: «È in stato di flagranza chi viene colto nell’atto di commettere il reato ovvero chi, subito dopo il reato, è inseguito dalla polizia giudiziaria, dalla persona offesa o da altre persone ovvero è sorpreso con cose o tracce dalle quali appaia che egli abbia commesso il reato immediatamente prima».
Annunciata, altresì, la modifica dell’articolo 583 quater del codice penale attualmente intitolato «Lesioni personali a un pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico in occasione di manifestazioni sportive, nonché a personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria e a chiunque svolga attività ausiliarie ad essa funzionali».
La finalità è quella di ricomprendervi anche le lesioni personali ai danni del personale scolastico, prevedendo pene più severe di quelle attualmente contenute nel generico articolo 582 del codice penale intitolato «Lesione personale».
Il primo comma dell’articolo 582 sancisce infatti: «Chiunque cagiona ad alcuno una lesione personale, dalla quale deriva una malattia nel corpo o nella mente, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da sei mesi a tre anni».
Per citare un esempio, ha dichiarato il Ministro: «Per le lesioni lievi, si passerà dagli attuali minimo di sei mesi e massimo di tre anni attualmente previsti, ad un minimo di due anni e a un massimo di cinque anni di reclusione se soggetto passivo delle aggressioni risulterà essere il personale docente o un dirigente scolastico».
Conclusioni
L’auspicio è che la paura di un arresto in flagranza e l’innalzamento delle pene possano indurre i genitori a recuperare il doveroso ruolo di educatori.
Un genitore che picchia un docente sta insegnando al proprio figlio ad essere un «bullo» e, purtroppo, si rimane allibiti e sconcertati da questi gravi episodi, che si verificano sempre più con maggiore frequenza. L’aggressione al docente è diventata una sorta di assalto alla diligenza in cui tutti sparano sul conducente ma, nello stesso tempo, è la cartina di tornasole delle fragilità estreme di ragazzi e genitori incapaci di gestire una sconfitta o un rimprovero.
La sicurezza del personale scolastico, pertanto, deve essere una priorità assoluta e, dunque, occorre immediatamente intervenire per garantire un ambiente di apprendimento sereno e protetto per prevenire ulteriori episodi di violenza. Per il bene di chi ci lavora e delle future generazioni.
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