Rientro in classe, Bianchi: ‘La scuola sarà in presenza’. Regioni: ‘Rivedere i protocolli per le quarantene’. Oggi il CdM
Eliminare la distinzione tra alunni vaccinati e non vaccinati e aumentare la soglia di casi positivi oltre la quale si torna tutti in Dad. E’ quanto bisogna fare per tornare a scuola in sicurezza subito dopo le vacanze di Natale, dal 10 gennaio prossimo dunque, secondo il Governo. Resterebbe comunque ancora in piedi, secondo quanto segnalato anche da Ansa.it, la proposta di alcune Regione di far slittare la data del rientro in classe, Campania su tutte.
“Deve essere la comunità scientifica – afferma il presidente del Veneto, Luca Zaia – a certificare la possibilità” di riaprire le scuole il 10 gennaio. E sul rientro sembra essere aperto lo scontro tra i sindacati e il ministero, accusato di “sgarbo istituzionale” per non aver portato al tavolo di oggi le misure previste per il ritorno in classe. Esprimono “preoccupazione” anche i presidi che sposano la proposta delle Regioni di rivedere i protocolli sulle quarantene.
La fascia che preoccupa maggiormente Palazzo Chigi e i governatori delle Regioni è quella tra i 5 e gli 11 anni. E così la proposta delle Regioni per la gestione dei casi Covid a scuola sarebbe quella, per le scuole dell’infanzia di finire in quarantena per 7 giorni con un solo caso, mentre per primaria e secondaria di primo grado la quarantena e l’interruzione della frequenza si avrebbero se ci sono almeno 2 casi positivi. Nel caso di un solo positivo si attiva l’autosorveglianza, con la raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola, senza testing. Per le scuole secondarie di primo (per i soggetti di età uguale o superiore ai 12 anni) e secondo grado, lo stop alla frequenza e la quarantena scatterebbero con un minimo di 3 casi.
L’ultima parola, ribadiscono i governatori, dovrà però essere quella del Cts. Le questioni messe sul tavolo sembrano trovare d’accordo anche palazzo Chigi che già oggi potrebbe dare il via libera alle nuove procedure.
Intanto nell’incontro dello scorso 4 gennaio tra il premier Mario Draghi e i ministri della Salute, Roberto Speranza, e dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, è stata ribadita la volontà di preservare quanto più possibile le lezioni in presenza rivedendo il numero di contagi che fa scattare la Dad per tutta la classe. Lo stesso Bianchi, durante l’incontro con i sindacati, ha sottolineato che la scuola sarà “in presenza e in sicurezza”.