Quando il voto diventa un campo di battaglia
di Andrea Carlino,
La deriva dei genitori che trasformano ogni insufficienza in una crociata contro gli insegnanti.
Le conseguenze di una generazione cresciuta senza limiti.
Una maestra accusata di bullismo per aver corretto un errore ortografico. Un episodio che, secondo Massimo Gramellini, rappresenta il sintomo di una deriva educativa più profonda.
“Siamo al punto che pure se metto otto mi prendo polemiche perché volevamo il 9 o 10”, racconta un docente nei commenti social, fotografando una realtà dove l’eccellenza è diventata pretesa e il voto insufficiente un’offesa personale.
La scuola vive una crisi di autorità senza precedenti: gli insegnanti, un tempo figure rispettate e indiscusse, si ritrovano costantemente sotto processo da parte di genitori che hanno trasformato ogni valutazione in un campo di battaglia. Il rigore didattico, elemento fondamentale del processo educativo, viene percepito come un attacco personale piuttosto che come strumento di crescita.
Genitori avvocati difensori: quando l’amore diventa iperprotezione
La sindrome del genitore-avvocato ha invaso le aule scolastiche: “Metti una nota ad un alunno che copia a un compito in classe, il giorno dopo i genitori a scuola a lamentarsi”, testimonia un altro docente, evidenziando come la responsabilità educativa sia stata completamente ribaltata. I genitori moderni, spinti da un amore mal interpretato, preferiscono combattere il sistema piuttosto che utilizzare le difficoltà scolastiche come opportunità di crescita per i propri figli.
Le certificazioni di disturbi dell’apprendimento vengono richieste strategicamente, spesso accompagnate da piani personalizzati per “atleti ad alto livello” che non hanno tempo per studiare con calma. L’iperprotezione sistematica sta creando una generazione di giovani fragili, incapaci di affrontare le sconfitte e di sviluppare quella resilienza necessaria per la vita adulta.
Le conseguenze di una generazione cresciuta senza limiti
Il risultato di questa rivoluzione educativa è sotto gli occhi di tutti: ragazzi che crollano di fronte al primo ostacolo, giovani che abbandonano le sfide appena si presentano le prime difficoltà. “Nel programma ‘L’isola dei famosi’ nel giro di brevissimo tempo sono stati eliminati i giovani”, osserva acutamente un commentatore, sottolineando come la mancanza di resilienza si manifesti anche nei contesti più banali.
Gli studenti di quinta superiore vivono episodi di burn-out schiacciati dalle aspettative familiari, mentre alcuni scelgono l’anno all’estero come fuga dalle dinamiche tossiche domestiche.
La terza via proposta da Gramellini richiede un ritorno all’equilibrio: riconoscere che l’errore fa parte del processo di apprendimento, che il voto insufficiente non è un’umiliazione ma un segnale di crescita, e che il ruolo dell’insegnante deve tornare ad essere rispettato come autorità educativa competente e necessaria.