Perché Valditara ha chiesto ispezioni a scuola sugli incontri con Albanese e cosa rischiano presidi e prof

da fanpage.it

Il ministero dell’Istruzione ha ordinato delle ispezioni nelle scuole in Toscana, dove si sono tenuti degli incontri su Gaza con Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu per i territori palestinesi occupati. Secondo Valditara questi incontri si sarebbero svolti con gli studenti senza contraddittorio, durante l’orario scolastico, con una chiara violazione della circolare che il ministero aveva emanato a novembre.

Il ministero dell’Istruzione ha fatto sapere ieri di aver avviato ispezioni in alcune scuole medie e superiori della Toscana, in cui è stata invitata a parlare Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu per i territori palestinesi occupati, che ha partecipato a incontri e webinar con gli studenti su Gaza durante l’orario scolastico.

Gli ultimi casi contestati si sono registrati in Toscana e in particolare a Pisa, Massa e Pontedera. Il ministero ha deciso di approfondire la questione, dopo aver appreso da organi di stampa “che la relatrice avrebbe rilasciato dichiarazioni che, se comprovate, potrebbero costituire ipotesi di reato. Le ispezioni mirano a verificare la realtà dei fatti e la eventuale responsabilità degli organi scolastici coinvolti”.

Il problema è legato soprattutto alle modalità di questi incontri, che sarebbero avvenuti senza contraddittorio, senza cioè che vi fosse una voce di segno opposto, che potesse offrire agli studenti un punto di vista diverso da quello proposto da Francesca Albanese. Per il ministero di tratta di una chiara violazione della circolare emanata il 7 novembre scorso, con cui Viale Trastevere ha invitato i dirigenti scolastici a rispettare la par condicio nelle scuole in occasione di incontri ‘politici’.

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Nella giornata di ieri, con una nuova circolare diffusa dal Capo Dipartimento Carmela Palumbo, Viale Trastevere ha ricordato che agli eventi pubblici all’interno delle istituzioni scolastiche “riguardanti tematiche di ampia rilevanza politica e sociale” va sempre garantito “il confronto tra posizioni diverse e pluralistiche al fine di consentire agli studenti di acquisire una conoscenza approfondita dei temi trattati e sviluppare il pensiero critico”. Tradotto: devono essere chiamati a parlare ospiti e relatori che possano rappresentare opinioni diverse, in modo da permettere ai ragazzi di sviluppare una loro idea sui vari argomenti proposti. Fonti vicine al ministro, ritengono che questa sia stata una “lezione di democrazia”. E stando a quanto emerso fino ad ora, nel caso delle scuole toscane la direttiva ministeriale sarebbe stata completamente disattesa.

“Si vuole qui ribadire il contenuto della suddetta nota – scrive ancora il Capo Dipartimento Palumbo – anche alla luce di alcune recenti iniziative scolastiche che non sono apparse in linea con l’indicazione fornita, da intendersi quale direttiva per i Dirigenti Scolastici”.

Non si sa ancora quanto durerà l’attività ispettiva – che potrebbe passare anche dall’acquisizione della registrazione del webinar – ma se al termine delle verifiche dovesse emergere che presidi o docenti hanno organizzato questi incontri a scuola violando le regole potrebbero scattare sanzioni disciplinari da parte del Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale (USR), che una volta accertato il quadro dovrà prendere provvedimenti. Perché il problema, spiegano fonti ministeriali a Fanpage.it, è che questi incontri non si sono svolti durante un’assemblea scolastica, non sono stati organizzati dagli studenti al di fuori dell’orario scolastico, ma sono avvenuti durante il normale svolgimento delle lezioni “costringendo i ragazzi che la pensano diversamente ad ascoltare. È di una gravità inaudita dire a ragazzi 14enni che il governo che li dovrebbe tutelare è fascista”.

“Se dovesse essere accertato che non è stato assicurato un contraddittorio, il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale (USR) della Toscana prenderà provvedimenti”, spiegano ancora fonte ministeriali consultate da Fanpage.it.

Cosa ha detto Albanese sulle occupazioni e perché secondo Fdi potrebbe essere denunciata
Il caso Albanese in Toscana è stato sollevato da Fratelli d’Italia, e in particolare da due esponenti locali del partito, Matteo Bagnoli e Christian Nannipieri, che hanno riportato alcune dichiarazioni che Albanese avrebbe fatto durante l’incontro online, organizzato dal gruppo Docenti per Gaza: “Nel corso della conferenza ha ripetuto i suoi soliti mantra, sostenendo che il governo Meloni sia composto da fascisti e complice di un genocidio, accusando Leonardo di essere una azienda criminale e arrivando persino a incitare gli studenti ad occupare le scuole, di fatto, incitando dei minorenni a commettere reati sanzionati dal codice penale”.

Se queste notizie fossero confermate, secondo fonti vicine al ministero, in questo caso potrebbero configurarsi anche dei reati penali, perché la relatrice speciale dell’Onu avrebbe spinto i ragazzi a occupare le scuole. Seguendo questo ragionamento insomma la condotta di Albanese sarebbe contestabile e potenzialmente passibile di denuncia, perché avrebbe suggerito ai ragazzi di commettere atti illeciti. “Invasione di edificio pubblico” (art. 633 c.p.) o “interruzione di pubblico servizio” (art. 340 c.p.) sono reati con conseguenze civili e penali che possono configurarsi durante l’occupazione di una scuola, se si impedisce l’attività didattica o se si verificano violenze. Chi istiga a occupare quindi potrebbe essere ritenuto in via ipotetica responsabile a sua volta, se l’occupazione è illegale e causa danni. Si tratterebbe insomma di istigazione a delinquere (art. 414 del codice penale). Ma gli elementi di cui siamo a conoscenza attualmente non consentono ancora di trarre queste conclusioni.

Già il 10 dicembre, il deputato di Fratelli d’Italia Alessandro Amorese, capogruppo del partito di Meloni in commissione Istruzione, aveva annunciato un’interrogazione parlamentare: “In seguito alla nostra denuncia di indottrinamento e assenza di contraddittorio imposta persino a studenti di seconda media, e alla mia interrogazione sul webinar con Francesca Albanese, collegata con oltre 150 classi di istituti scolastici italiani, si apprendono dettagli ancor più inquietanti su una vicenda che aveva già dimostrato di avere contorni gravissimi. Anche nelle aule di istituti scolastici toscani, si è realizzata una delle peggiori manifestazioni di anti democrazia. Albanese infatti, durante il collegamento in orario scolastico, imponendosi così in lezioni che gli studenti, per regolamento, sono tenuti a seguire, non solo ha tacciato il governo di essere complice di genocidio, ma ha invitato le classi ad occupare gli istituti per Gaza, istigando così un’ampia platea di studenti a commettere un reato penale. Bene ha fatto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara a chiedere ispezioni nella nostra regione”.

“Condanniamo con forza ogni forma di coercizione intellettuale a danno della libertà, e rispediamo al mittente di colei che ha giustificato gli atti vandalici alla sede de La Stampa definendoli ‘monito’ per i giornalisti, ogni violenta illazione propagandistica, esprimendo la nostra solidarietà agli studenti che hanno dovuto subire il suo monologo non potendo abbandonare l’aula. L’incontro con Francesca Albanese è solo la dimostrazione plastica di un metodo da regime inaccettabile nella scuola italiana”, si legge ancora nella nota del deputato e capogruppo della commissione Istruzione di Fratelli d’Italia Amorese.

Le opposizioni annunciano interrogazioni parlamentari contro Valditara
“Valditara preferisce il mestiere di epuratore a quello di Ministro della Repubblica. È di oggi (ieri ndr) la notizia che manderà gli ispettori in alcune scuole toscane che hanno ospitato conferenze con Francesca Albanese. La relatrice dell’Onu per i territori occupati della Palestina, una figura istituzionale, non una passante. D’altra parte, la circolare ministeriale inviata ai dirigenti scolastici nella stessa giornata di oggi richiama a linee guida ferree per gli inviti alle conferenze all’interno delle scuole. Un vero e proprio attacco all’autonomia scolastica attraverso la museruola ai docenti, agli studenti e ai presidi. Presenterò un’interrogazione parlamentare per chiedere se siamo davanti alle prove generali di un regime”, ha dichiarato il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

“Non abbiamo certezze su cosa abbia detto Francesca Albanese, vedremo cosa emergerà e se ci sono delle responsabilità. Però questa improvvisa operazione di Giuseppe Valditara puzza parecchio, ancora una volta, di propaganda mascherata da zelo istituzionale. Se proprio ci fosse bisogno di un’ispezione, forse sarebbe più urgente farla in tutte quelle scuole utilizzate in questi anni come passerella politica per campagne elettorali in stile Valditara. Oppure in quelle in cui i lavori del Pnrr, arrivati grazie a Giuseppe Conte, sono ancora fermi a causa della cattiva gestione di questo governo”, si legge in una nota degli esponenti M5s nelle commissioni Cultura.

“Sarebbe interessante ispezionare anche le scuole che si ritrovano a fare i conti con quasi 900 milioni di tagli messi in manovra da questo governo. E, perché no, quelle in cui docenti e dirigenti avrebbero attivato volentieri percorsi seri di educazione affettiva e sessuale, se solo non fossero stati costretti a sottostare alla linea ideologica della galassia Pro Vita di cui Valditara sembra essere ormai l’instancabile alfiere”.

 

 

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