Ocse: «Retribuzione insegnanti cresciuta in Italia. Professione del docente centrale, ma poco attrattiva»

Il Sole 24 Ore

Buon piazzamento degli stipendi nel confronto internazionale, soprattutto a inizio carriera e dopo i primi 15 anni di anzianità. Peggioramento con l’avvicinarsi della pernsione.

 

Non è vero che gli insegnanti italiani, come si dice generalmente, guadagnano meno dei colleghi europei: l’ultimo rapporto dell’Ocse Talis, diffuso da Invalsi, sottolinea infatti che grazie agli aumenti decisi dall’ultimo contratto chiuso dal ministro Valditara e siglato con l’attuale governo, gli insegnanti godono, soprattutto a inizio carriera, di un deciso aumento del potere d’acquisto.

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L’Italia, infatti con 28.113 euro di stipendio annuo, si classifica infatti quarta dietro ad Austria, Spagna e Svezia e davanti a Francia, Finlandia e Portogallo. Una situazione, quella dei docenti italiani, che migliora ulteriormente dopo i primi quindici anni di carriera: il loro potere d’acquisto, pari a 37.139 euro annui, li colloca, infatti, nella parte bassa del podio.

Le prospettive, tuttavia, peggiorano con l’avvicinarsi al pensionamento: il potere d’acquisto si attesta, infatti, a 43.407 euro contro i 42.274 della Francia, i 48.876 della Spagna, i 55.497 del Portogallo e i 60.947 dell’Austria.

Scarso apprezzamento da parte della società

Uno dei fattori che non spingono i giovani italiani ad avvicinarsi alla professione di docente – secondo lo studio – è la percezione di scarso apprezzamento da parte della società.

Altro forte motivo di demotivazione è lo stress. Una condizione particolarmente accentuata in Italia a causa dell’impegno richiesto dall’attività in aula, ma anche dagli impegni burocratici e dalla progressione lenta di carriera.

Quello che emerge, in generale, dal rapporto, è che la classe docente europea sia formata prevalentemente da donne in età avanzata. E che lo squilibrio di genere è dovuto al permanere dello stereotipo che lega le donne ai lavori di cura.

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