Legge di Bilancio 2025, bozza: stretta alle supplenze fino a dieci giorni
La Tecnica della scuola
Le altre misure della Legge di Bilancio 2025: riduzione Irpef, aumenti di stipendio, tassati solo al 10%, bonus mamma e congedi potenziati, età pensione.
Lo scorso 17 ottobre il Governo ha dato il via libera alla Manovra nel Consiglio dei Ministri. Il Documento programmatico di bilancio, inviato mercoledì notte a Bruxelles, prevede piccole esclusioni sull’aumento dell’età pensionabile, una serie di bonus e taglio dell’Irpef dal 35 al 33% limitando i benefici sui redditi più alti.
“Priorità a famiglia, salari e sanità in una manovra molto seria ed equilibrata”, così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato il via libera.
Tra le varie misure, all’articolo 106 della bozza divulgata da Il Corriere della Sera, uno di quelli che si occupa di istruzione, c’è una misura che riguarda le supplenze.
L’articolo va a modificare la legge 107 del 2015, la buona scuola di Renzi. Ecco cosa prevede la Manovra: il dirigente scolastico deve effettuare salvo motivate esigenze di natura didattica, le sostituzioni dei docenti assenti su posto comune delle scuole secondarie di primo e secondo grado per la copertura di supplenze temporanee fino a dieci giorni con personale dell’organico dell’autonomia.
Per le sostituzioni dei docenti su posti di sostegno e degli insegnanti di scuola primaria, il dirigente scolastico può effettuare le sostituzioni per la copertura di supplenze temporanee fino a dieci giorni con personale dell’organico dell’autonomia. Il personale dell’organico dell’autonomia, ove impiegato in gradi di istruzione inferiore, conserva il trattamento stipendiale del grado di istruzione di appartenenza.
Insomma, si può parlare, come riporta Anief, di una nuova stretta sulle supplenze fino a 10 giorni alla secondaria.
Le altre misure
Riduzione Irpef
Confermata la riduzione dell’aliquota Irpef per i redditi medi: “In particolare, la manovra riduce la seconda aliquota Irpef che, dall’attuale 35% passa al 33%, limitando i benefici per i redditi più alti”. Per il taglio vengono stanziati 2,7 miliardi all’anno (circa 8 miliardi di euro in 3 anni) e riguarderà i redditi tra i 28 mila e i 50 mila euro lordi l’anno: si tradurrà in uno “sconto” massimo di 440 euro all’anno, pari a circa 36 euro mensili. Per un reddito di 30 mila euro lordi, il risparmio sarebbe di circa 40 euro l’anno, pari a poco più di 3 euro al mese.
Aumenti di stipendio, saranno tassati solo al 10%
Un’aliquota Irpef al 10% sugli aumenti di stipendio previsti dai rinnovi dei contratti collettivi nazionali. Ma l’idea di detassare gli incrementi retributivi dei dipendenti privati della ministra del Lavoro, Marina Calderone, non trova corrispondenza in un pezzo del mondo sindacale. Cgil e Uil guardano con favore al passaggio del Dpb che prevede «specifici interventi fiscali per i lavoratori dipendenti in materia di rinnovo dei contratti». La Cisl è, invece, molto più fredda e sostiene da tempo che l’obiettivo della produttività va perseguito defiscalizzando gli accordi negoziati di secondo livello.
Pensioni, dal 2027 aumenta l’età per l’uscita
Sulle pensioni per il biennio 2027-2028 il Dpb conferma “l’aumento graduale dei requisiti di accesso al pensiona-mento connessi all’adeguamento all’aspet-tativa di vita”. A partire dal 2027 l’aumento dell’età pensionabile ci sarà, ma “graduale”: per andare in pensione non serviranno subito 67 anni e 3 mesi, ma 67 anni e un mese, che saliranno a due dal 2028 e poi tre nel 2029. Viene però precisato: “Ad esclusione dei lavori gravosi e usuranti”. La spesa viene così indicata: 460 milioni di euro nel 2026; oltre 1,8 miliardi nel 2027, quando partirà l’aumento dell’età; scende a circa 1,15 miliardi nel 2028.
Bonus mamma e congedi potenziati
Potenziato del bonus mamme e dei congedi parentali oltre alla riforma dell’Isee. “Al fine di confermare il proprio supporto alla partecipazione e occupazione femminile, nonché alla crescita della natalità, è stata disposta un’integrazione di reddito mensile di 40 euro destinata alle lavoratrici madri nel 2025. Tale misura sarà confermata e potenziata”, si legge nel Documento programmatico di finanza pubblica.
L’esecutivo sta lavorando ad un aumento da 40 a 60 euro al mese del bonus mamme. Il bonus, per donne con reddito da lavoro complessivo fino a 40mila euro annui, è destinato a lavoratrici con due figli, titolari di contratto a tempo determinato o indeterminato, autonome o libere professioniste fino al compimento del decimo anno del figlio più piccolo; lavoratrici con tre o più figli, titolari di contratto a tempo determinato, autonome o libere professioniste fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo.