La scuola attraverso i dati

di Pasquale Almirante, La Tecnica della scuola

Il saggio ragionato del presidente dell’Invalsi Roberto Ricci sull’istruzione
negli investimenti  al PIL confrontato con gli altri paesi l’Italia è fra le ultime.

 

“La scuola è troppo importante per essere trattata attraverso una conoscenza aneddotica, sovente basata sulle proprie esperienze personali dirette o su quelle dei propri familiari”, come in effetti tempo fa dichiarò un politico della Lega che si arrogava il diritto di imporre le sue visioni sull’istruzione in Parlamento, solo parchè sua mamma e sua sorella erano docenti.

Ma c’è anche di peggio. Siccome tutti hanno frequentato le scuole, si sentono esperti di didattica e di legislazione, in somiglianza del calcio, dal momento che, essendo stati tutti dietro un pallone, ognuno si sente esperto allenatore.

E così, libri sulla scuola ne escono tanti ogni giorno, ma questo di Roberto Ricci, “Uno sguardo alla scuola attraverso i dati Invalsi: bilancio, scenari, obiettivi”, Guerini e Associati, 16,50€, è del tutto diverso, perché basa le sue analisi appunto sui dati Invalsi che possono essere contestati, misconosciuti, confutati ma che in ogni caso costituiscono una base scientifica su cui partire e dunque pure su cui confrontarsi e attraverso cui incominciare a discutere per migliorare l’istruzione italiana, renderla, se possibile, di eccellenza in funzione soprattutto delle formazione di una classe  dirigete che sappia bene guidare il paese nel prossimo futuro.

Roberto Ricci, l’autore del testo, è il presidente dell’Invalsi e dunque ha tutte le carte in qualche modo in regola per mettere in fila i numeri e interpretarli, senza farsi mancare nulla, e tracciando nello stesso tempo un consuntivo  sui vari aspetti della scuola e su cui  il dibattito, fortunatamente, non si è mai attenuato.

Dunque, le criticità del sistema educativo, le disuguaglianze territoriali, le differenze di genere, il confronto con gli altri paesi europei. E poi, quali sfide si affacciano nel panorama culturale? Quali indicazioni per il futuro della scuola?

Il libro è pure interessante, e i dirigenti in primo luogo farebbero bene a leggerlo, perché distribuisce, secondo tabelle e tassonomie scientificamente elaborate, oltre quindici anni di valutazioni, evidenziando sia le criticità del sistema sia i possibili obiettivi futuri.

Non solo allora uno sguardo al passato attraverso la scientificità dei numerati, ma soprattutto, e grazie da essi, uno sguardo al futuro, proponendo scenari e obiettivi basati sulle evidenze dei dati raccolti.

Fra i più importanti paragrafi di questo libro, gli investimenti sulla Istruzione rispetto al pil confrontato con gli altri paesi, dove si dimostra che l’Italia è fra le ultime e poi i divari all’interno della Nazione in riferimento pure alla dispersione, la qualità delle nostra istruzione, mentre un intero capitolo è dedicato agli apprendimenti “Alla base delle competenze non disciplinari”, di così tanta attualità ai giorni nostri.

Condividi questa storia, scegli tu dove!