Illeciti, tutele per chi denuncia

di Laura Razzano, ItaliaOggi

Tra assegnazioni dei docenti alle classi e sanzioni, i profili amministrativi più delicati.
Il ruolo dell’Anac e il caso emblematico della protezione dei whistleblower.

Le assegnazioni dei docenti alle classi rappresentano un tema cruciale, tanto da essere ritenute dall’Autorità nazionale anticorruzione un atto a rischio corruttivo. Questo problema si ripresenta ogni anno, richiedendo da parte dei dirigenti scolastici la massima attenzione per evitare accuse di favoritismi e malversazioni. Le decisioni sui docenti da assegnare a ciascuna classe possono essere influenzate da relazioni personali, pressioni esterne o semplicemente da una mancanza di criteri chiari e oggettivi.

Le conseguenze pratiche possono essere gravi. Oltre a possibili sanzioni da parte dell’Anac i dirigenti scolastici possono trovarsi a dover affrontare conflitti interni e malcontento tra il personale docente. Il Decreto legislativo 10 marzo 2023, n. 24, ha attuato la Direttiva (UE) 2019/1937, stabilendo un quadro normativo per la protezione di chi denuncia violazioni in ambito lavorativo. Questo intervento è particolarmente significativo per il personale scolastico, che in alcune rare situazioni si trova a dover affrontare le irregolarità senza adeguate tutele.

Il ruolo dell’Anac e il caso emblematico

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) con la delibera n. 94/2023mette in evidenza le problematiche legate al whistleblowing nel settore scolastico. La delibera si concentra su un caso emblematico di presunti abusi e ritorsioni nei confronti di una docente di un istituto secondario superiore per aver segnalato che il processo di adozione dei libri di testo non avveniva in modo chiaro e accessibile, l’impossibilità di accedere ai verbali delle riunioni del Collegio dei Docenti e decisioni unilaterali riguardanti le scadenze didattiche, che il dirigente aveva preso senza consultare il corpo docente.

Vi sarebbero state, poi, censure e minacce durante i collegi dei docenti. Ad aggravare la posizione del preside, inoltre, è intervenuto un altro importante elemento della vicenda, emerso da una registrazione della professoressa. Ossia la responsabilità diretta del preside, quando «egli affermava di essere disposto a fare un passo indietro rispetto ai procedimenti avviati e ad annullare le sanzioni irrogate alla docente, a patto che la stessa ritirasse la querela depositata in Procura».

Anac evidenzia che «se il provvedimento diventa negoziabile, non è fondato e legittimo, ma falso e pretestuoso». In risposta alle sue segnalazioni, la docente infatti aveva subito quattro procedimenti disciplinari. Due di questi si sono conclusi con sanzioni di censura, mentre gli altri due sono stati archiviati. L’Anac, ritenendo che le misure adottate fossero discriminatorie e in violazione dell’articolo 54-bis del Dlgs. n. 165 del 2001 che tutela i whistleblower.

La delibera ha stabilito che le sanzioni inflitte all’insegnante erano da considerarsi nulle e ha irrogato una sanzione pecuniaria di cinquemila euro al dirigente. Nella sua analisi l’Anac, in primo luogo, ha riconosciuto la docente come whistleblower, per aver segnalato irregolarità di cui era venuta a conoscenza in ragione del suo rapporto di lavoro.

La protezione dei whistleblower

In secondo luogo, le sanzioni disciplinari inflitte dal dirigente scolastico sono state considerate ritorsive e pretestuose, in quanto adottate in seguito alle segnalazioni della docente, dimostrando un intento discriminatorio. Un messaggio chiaro che invita ad accogliere le segnalazioni di illeciti e assicura ai dipendenti della scuola di poter segnalare comportamenti scorretti senza timore di ritorsioni. Il Dlgs n. 24 del 2023 chiarisce che le segnalazioni possono avvenire attraverso canali interni ed esterni.

Il Responsabile per la prevenzione della corruzione del Ministero dell’istruzione è il destinatario principale delle segnalazioni interne. Tuttavia, se si teme per la propria sicurezza o non si ha fiducia nella gestione della segnalazione, è possibile rivolgersi direttamente all’Anac.

La normativa garantisce l’obbligo di riservatezza, impedendo la rivelazione dell’identità del segnalante senza il suo consenso, vietando qualsiasi forma di ritorsione nei confronti di chi denuncia. La Delibera n. 94 invia un messaggio chiaro: la protezione dei whistleblower è fondamentale per garantire la trasparenza nelle istituzioni pubbliche.

Certo, nella scuola non dovrebbe essere necessario ricorrere a misure straordinarie: le istituzioni, infatti, promuovono pratiche di trasparenza e rispetto delle regole come norma, non come eccezione. Il 15 luglio è infatti scaduto il termine entro cui le istituzioni devono pubblicare le attestazioni relative agli obblighi di trasparenzanella sezione “Amministrazione trasparente” dei loro siti istituzionali.

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