Il Decreto Scuola è legge: le novità

di Lara La Gatta, La Tecnica della scuola

Il Decreto Scuola è legge. Le principali misure:
oltre alla Maturità, novità su viaggi di istruzione, Carta docente e rinnovo del contratto.

 

Con l’approvazione definitiva alla Camera dei Deputati, diventa legge il cd. Decreto Scuola.

La Camera, nella seduta del 28 ottobre 2025, ha infatti approvato il disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto 9 settembre 2025, n. 127, recante misure urgenti per la riforma dell’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione e per il regolare avvio dell’anno scolastico 2025/2026.

Il provvedimento, oltre ad importanti novità sull’esame di Maturità, introduce misure strutturali anche per il canale della formazione 4+2, per la sicurezza degli edifici scolastici, per la valorizzazione dei docenti.

Ulteriori misure sono rivolte ad assicurare nuove risorse alle scuole di Agenda SUD, a stanziare 240 milioni per il rinnovo del contratto della scuola e a garantire regole di sicurezza più stringenti per i viaggi d’istruzione.

Si tratta di una svolta importante, – ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara – con questa riforma ridiamo senso alla Maturità restituendo valore a un passaggio decisivo del percorso formativo delle studentesse e degli studenti, riaffermando i principi del merito, dell’impegno e della responsabilità individuale. Per questo, dal prossimo anno non sarà più possibile boicottare la prova orale: chi farà volontariamente scena muta sarà bocciato. L’orale si concentrerà su quattro materie scelte a gennaio di ogni anno, e la valutazione finale terrà conto anche dell’impegno del candidato in attività extrascolastiche particolarmente meritorie. Questa legge non si limita a rinnovare l’Esame, ma guarda all’intero sistema educativo, con il passaggio della filiera tecnologico-professionale del 4+2 da sperimentale a ordinamentale. Ogni giovane potrà contare su un’istruzione tecnica e professionale di 4 anni con programmi fortemente innovativi e un rapporto più stretto con il mondo delle imprese e del lavoro. Con questa legge diamo anche più soldi in busta paga ai docenti, più risorse per Agenda Sud, rafforziamo la sicurezza delle scuole, potenziamo la formazione dei docenti e fissiamo paletti più stringenti per i servizi di trasporto delle gite. È un ulteriore passo avanti verso una scuola che mette al centro la persona dello studente e ne accompagna la crescita con serietà e competenza”.

Le principali misure

Da Il Sole 24 ore riprendiamo una prima sintesi delle misure approvate.

Maturità 2026, torna il nome storico e arrivano nuove regole per orale e commissioni

Dal 2026 cambieranno pertanto le regole con le quali i ragazzi dovranno sostenere l’esame conclusivo de secondo ciclo di istruzione, a partire dal nome: si torna infatti a parlare di esame di Maturità.

Si tratta di una svolta importante, – ha dichiarato il Ministro Valditara – con questa riforma ridiamo senso alla Maturità restituendo valore a un passaggio decisivo del percorso formativo delle studentesse e degli studenti, riaffermando i principi del merito, dell’impegno e della responsabilità individuale. Per questo, dal prossimo anno non sarà più possibile boicottare la prova orale: chi farà volontariamente scena muta sarà bocciato. L’orale si concentrerà su quattro materie scelte a gennaio di ogni anno, e la valutazione finale terrà conto anche dell’impegno del candidato in attività extrascolastiche particolarmente meritorie“.

Orale più mirato e commissioni ridotte

La riforma prevede che il colloquio orale si concentri su quattro discipline individuate ogni anno dal Ministero, in concomitanza con la scelta della materia della seconda prova scritta. Si tratta di un cambiamento sostanziale: addio dunque all’interrogazione a tutto campo su tutte le materie.

Le commissioni d’esame saranno “ridotte”: cinque membri anziché sette, di cui due internidue esterni e un presidente esterno. Contestualmente, aumentano le risorse per la formazione dei commissari: 3 milioni di euro nel 2026 e 11 milioni nel 2027. Rivisto anche il sistema dei punti bonus, che potranno essere assegnati ai candidati con un voto a partire da 90, e non più da 97.

Le novità del colloquio: basta “scene mute”

Una delle modifiche più discusse riguarda la validità dell’esame: per ottenere la maturità sarà obbligatorio partecipare a tutte le prove, compreso l’orale. Chi si rifiuterà di sostenere il colloquio – la cosiddetta “scena muta” – sarà automaticamente bocciato. L’obiettivo, spiegano dal Ministero, è “garantire la serietà della prova ed evitare comportamenti elusivi”.

Scompare anche l’avvio del colloquio a partire da un materiale scelto dalla commissione, una modalità introdotta nel 2017 che aveva suscitato perplessità per la sua eccessiva variabilità. Il nuovo formato punta invece a una verifica più focalizzata, coerente e serena, che permetta di valorizzare le competenze acquisite senza dispersione.

Un equilibrio tra percorso e competenze

Le materie non oggetto dell’orale non scompaiono: verranno valutate attraverso il credito scolastico maturato nel triennio, creando così un equilibrio tra la valutazione del percorso complessivo e l’approfondimento delle discipline principali.

La riforma – sottolineano dal Ministero – punta a restituire dignità, serietà e chiarezzaa un momento chiave della vita scolastica, riportando la maturità a essere non solo un esame, ma un vero e proprio rito di passaggio verso l’età adulta.

Risorse per il contratto scuola

Il decreto stanzia 240 milioni di euro una tantum per il rinnovo del contratto scuola e altri 15 milioni per estendere l’assicurazione sanitaria integrativa anche ai docenti precari con supplenze fino al 30 giugno.

Addio ai “Pcto”, arrivano i percorsi di “Formazione scuola-lavoro”

Cambia anche la denominazione dei percorsi di alternanza scuola-lavoro. Sparisce la sigla PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento): d’ora in poi si parlerà di “Formazione scuola-lavoro”, per sottolinearne il valore formativo e orientativo.

Passaggi tra indirizzi e nuovi esami integrativi

Il decreto introduce una nuova disciplina per i passaggi tra indirizzi di studio nelle scuole superiori. Nel biennio iniziale saranno previsti interventi di sostegno personalizzato, mentre nel triennio finale gli studenti dovranno sostenere esami integrativi. L’obiettivo è ridurre la dispersione scolastica e promuovere un maggiore successo formativo.

Viaggi d’istruzione

Importanti novità anche per i viaggi d’istruzione. Viene modificato l’articolo 108 del Codice dei contratti pubblici, imponendo che gli appalti per i servizi di trasporto connessi a uscite didattiche e gite scolastiche siano aggiudicati in base al miglior rapporto qualità/prezzo, e non solo al criterio del prezzo più basso.

Inoltre, tali contratti vengono classificati come “ad alta intensità di manodopera”, con un limite massimo del 30% per il punteggio economico. Le scuole dovranno quindi privilegiare offerte che garantiscano sicurezza, accessibilità per le persone con disabilità e competenza dei conducenti.

Estesa la Carta docente

La Carta del docente verrà estesa anche a circa 190mila insegnanti precari.

Allo stesso tempo, però, saranno introdotti nuovi limiti: dal 2025/26 l’acquisto di hardware e software (come computer e tablet) sarà consentito solo alla prima erogazione e poi ogni quattro anni. Nel paniere degli acquisti ammessi entrano anche i servizi di trasporto di persone, oltre a libri, corsi di formazione, lauree e master.

Il modello “4+2” diventa strutturale

Il modello “4+2” della filiera formativa tecnologico-professionale diventa strutturale, prevedendo quattro anni di scuola superiore seguiti da due anni negli ITS Academy, con l’obiettivo di rafforzare la filiera tecnico-professionale e facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

Sostegno Indire

Viene prorogato fino a fine 2026 il periodo per completare i percorsi di specializzazione per i futuri insegnanti di sostegno gestiti dall’Indire, con o senza la collaborazione delle università.

Potranno accedervi anche i docenti precari con almeno tre anni di servizio negli ultimi otto (invece dei cinque previsti finora). Inoltre, chi ha conseguito all’estero una specializzazione per la quale è in corso un ricorso davanti a un TAR deve aver concluso il percorso entro il 24 aprile 2025.

Condividi questa storia, scegli tu dove!