Galimberti e l’impoverimento del lessico

di Andrea Carlino, Orizzonte Scuola

Da 1600 a 500 parole, Galimberti: il drammatico impoverimento del lessico sta uccidendo il pensiero degli studenti: “Si usa solo la proposizione principale, soggetto, predicato, complemento e punto”.

 

Il filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti ha lanciato un nuovo monito sul sistema scolastico, evidenziando come la scuola abbia smarrito la propria funzione educativa.

Durante la conferenza tenuta al Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli, Il filosofo e psicoanalista non usa mezzi termini nel descrivere quella che definisce una vera e propria emergenza educativa: “Fa qualcosa la scuola per queste cose? No, non fa niente”.

L’analisi di Galimberti parte da dati allarmanti: secondo l’Ocse 2021, il 70% degli italiani sa leggere ma non comprende ciò che legge, mentre le prove Invalsi dell’anno scorso confermano che un ragazzo su tre uscito dalla terza media “sa leggere e non capisce cosa legge”. Il degrado, secondo il filosofo, inizia fin dalla prima elementare con metodi didattici che “disabituano” il cervello al fondamentale processo di traduzione dei segni grafici in immagini mentali.youtube

L’impoverimento del linguaggio e la perdita del pensiero

La denuncia più grave riguarda l’impoverimento del lessico: “Uno studente ginnasiale conosceva 1600 parole. Oggi ne conosce solo 500, se va bene, quindi si pensa 1000 volte di meno”, cita Galimberti riprendendo le parole di Roberto Vecchioni. Il filosofo spiega che “il pensiero è generato dalla parola, non la parola dal pensiero” e che “tu puoi pensare limitatamente alle parole che conosci”.

La trasformazione antropologica in atto ci sta portando dall’homo sapiensall’homo videns, dove l’immagine prevale sulla parola. I dispositivi tecnologici hanno ridotto la capacità di attenzione a circa 8 secondi, rendendo impossibile qualsiasi forma di pensiero complesso. Galimberti osserva come la scrittura giornalistica abbia eliminato le proposizioni secondarie: “Si usa solo la proposizione principale, soggetto predicato complemento, punto”, perché “non sei più capace di passare dalla principale alla secondaria”.

Il silenzio della politica e l’interesse del potere

Il sistema educativo è descritto come complice di questa deriva: i libri di testo della prima elementare mostrano l’immagine di un elefante con sopra scritto “elefante”, eliminando così il lavoro cerebrale di traduzione dai segni grafici all’immagine. “Ma che bisogno hai di andare a leggere la parola se vedi l’immagine?”, si chiede provocatoriamente Galimberti.

La situazione, secondo il filosofo, è funzionale al potere: “Più la scuola va male, più la gente non sa leggere né scrivere, più la gente non pensa, più il potere ci guadagna”.Citando Nietzsche, Galimberti conclude: “Quando l’umanità diventa gregge vuole l’animale capo e ci stiamo avviando in questa direzione da tutti i punti di vista e non solo in Italia”.

Il grido d’allarme del filosofo non riguarda solo l’Italia ma un fenomeno globale che sta minando le fondamenta stesse della civiltà occidentale, costruita sulla parola e sul pensiero critico.

 

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