Educazione sessuale vietata fino alle medie

di Orsola Riva, Il Corriere della sera

Scuola, scontro governo-opposizione: «No all’ideologia gender», «Deriva oscurantista». Approvato in Commissione cultura un emendamento al Ddl Valditara sul «consenso informato delle famiglie» che estende il divieto di attività didattiche su temi della sessualità anche alle scuole secondarie inferiori

 

Si scrive «consenso informato», si legge «divieto».  La commissione Cultura della Camera ha approvato un emendamento della maggioranza che vieta «tutte le attività didattiche e progettuali attinenti all’ambito della sessualità» non solo nelle scuole dei più piccoli, ma anche  alle medie. Immediata, e durissima, la reazione delle opposizioni. «In un Paese ancora scosso dall’ennesimo femminicidio di una giovane donna, la risposta politica del governo è quella di restringere ulteriormente gli spazi dedicati all’educazione all’affettività e al rispetto dell’altro nelle scuole», dichiara Irene Manzi, responsabile scuola del Pd. «Un modello censorio  – aggiunge – che lascia il campo libero alla disinformazione, fondata sul sessismo e la cultura della sopraffazione, che circolano indisturbati in rete». «Così l’Italia torna nel Medioevo», rincalza l’europarlamentare Alessandro Zan. Dello stesso avviso Elisabetta Piccolotti, di Alleanza Verdi e Sinistra, che ha parlato di «deriva oscurantista della scuola», accusando la maggioranza di essere «ispirata dal fondamentalismo e dall’estremismo religioso».

Di tutt’altra opinione l’onorevole leghista Rossano Sasso, relatore della legge in discussione, secondo il quale «l’emendamento non vieta affatto l’educazione alla sessualità, né impedisce l’accesso a informazioni corrette: si limita ad escludere dalle scuole primarie e secondarie di primo grado attività didattiche che esorbitino da quanto previsto dalle Indicazioni nazionali». «Troppe volte – ha aggiunto Sasso – abbiamo assistito a tentativi di indottrinamento da parte di attivisti di estrema sinistra Lgbt».  Un riferimento implicito alla supposta ideologia gender,«una propaganda fatta da tematiche inopportune e inadeguate a bambini di 5 anni».

L’Italia è rimasta uno degli ultimi Paesi in Europa (perfino Spagna e Irlanda hanno capitolato) in cui l’educazione sessuale non è una materia obbligatoria, anche se moltissime scuole, almeno finora, usavano i margini di autonomia a loro riconosciuti per legge per prevedere percorsi didattici mirati sui temi dell’affettività e della sessualità, spesso avvalendosi della collaborazione di esperti esterni. A maggio scorso il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha presentato un disegno di legge  che sotto la dicitura «Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico», non solo vincola questi progetti all’assenso preventivo delle famiglie (che peraltro, secondo un recente sondaggio Coop-Nomisma, sarebbero nella stragrande maggioranza favorevoli a introdurre l’educazione sessuale nel curriculum), ma li vieta del tutto nel caso delle scuole dell’infanzia e delle elementari. Da oggi, saranno vietati anche alle medie.

Cosa resta dell’educazione sessuale a scuola? Poco o nulla. E’ vero che nelle nuove Indicazioni nazionali per il primo ciclo c’è un paragrafo intitolato alla «scuola che educa alle relazioni, all’empatia e al rispetto della persona», ma non va al di là del generico riferimento a «un’educazione del cuore che crei occasioni didattiche di esperienza di sentimenti basilari come la fiducia, l’empatia, la tenerezza, l’incanto, la gentilezza». Certo c’è anche l’ora di Educazione civica, che è diventata però una materia omnibus che si occupa di tutto: dalla Costituzione al surriscaldamento globale, dal bullismo all’antimafia. E dire che l’anno scorso, di questi tempi, la maggioranza aveva approvato un emendamento a firma del segretario di Più Europa Riccardo Magi che prevedeva un fondo per l’educazione sessuoaffettiva nelle scuole. «Dopo poche settimane – ha ricordato oggi Magi – per volontà del governo sotto scacco dei pro vita, quei fondi sono stati riorientati e destinati a una formazione degli insegnanti sulla fertilità maschile e femminile. Pro vita che oggi si sono subito precipitati a ringraziare Valditara definendo l’educazione sessuale «un cavallo di troia dell’Agenda Lgbt». Resta ancora in piedi l’accordo, firmato a gennaio, dal ministro con l’associazione Giulia Cecchettin per l’educazione al contrasto della violenza di genere. Ma per il momento non se ne riescono ancora ad apprezzare le ricadute.

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