Come cambiano gli stipendi dopo le novità fiscali apportate nel 2025

di Eduardo Cantone, Informazione scuola

Analisi degli effetti delle riforme fiscali su stipendi e pensioni, con simulazioni per fascia di reddito.

I cambiamenti fiscali apportati nel 2025 hanno inevitabilmente creato un nuovo sistema fiscale. I risparmi derivano: dall’indennità esentasse, dalle detrazioni fisse e decrescenti e dall’eventuale taglio della seconda aliquota. La riforma fiscale prevede tre scaglioni IRPEF: fino a 28.000 € viene applicata il 23% dell’aliquota, da 28.001 a 50.000 € viene applicata il 35% e oltre 50.000 € viene applicata il 43%. Questa struttura mira asostenere le fasce medio-basse, con benefici più marcati tra 15.000 e 28.000 €, dove la riduzione d’imposta può arrivare a circa 260 € annui. La conferma delle misure deve ancora esserci ufficialmente, ma le simulazioni rendono già evidente come cambieranno gli stipendi.

 

Cambiamenti fiscali apportati nel 2025: taglio cuneo fiscale e bonus integrativo

La Legge di Bilancio 2025 trasforma il taglio del cuneo in misura permanente, estendendo i benefici fino ai redditi di 40.000 € (rispetto ai 35.000 € precedenti). Ecco la nuova struttura:

  • Redditi fino a 20.000 €: indennità esente (dal 7,1% al 4,8%), fino a 1.000 € l’anno
  • Tra 20.001 e 32.000 €: detrazione fissa di 1.000 €
  • Tra 32.001 e 40.000 €: detrazione decrescente fino ad azzerarsi

Il bonus integrativo (ex-Bonus Renzi) viene ricalcolato in base al reddito complessivo, con penalizzazioni per redditi tra 8.500 e 9.000 € e una riduzione massima annua di circa 96 €, equivalenti a circa 7 € al mese per i contribuenti con reddito tra 10.000 e 35.000 €. I benefici sono maggiori per redditi sotto 8.500 € e tra 35.000 e 50.000 €.

Simulazioni per diverse fasce reddituali ed effetto “fiscal drag”

Secondo le simulazioni, un lavoratore con 40.000 € lordi di stipendio annuo e reddito imponibile di 36.000 € risparmia 627 € l’anno; a 43.000 € il beneficio scende a 340 €, mentre a 50.000 € si attesta su 348 € e a 60.000 € circa 440 €. Stesse condizioni si applicano anche ai pensionati.

Il sistema fiscale più sensibile all’inflazione ha aumentato la pressione fiscale: nel confronto 2022-2024, le imposte sui lavoratori dipendenti sono salite di circa 370 milioni €, un +13%. Il potere d’acquisto reale è dunque diminuito con una produzione salariale +2,3% nel 2024, ma contrazione del -3,2% nel 2022 e nel 2023.

Condividi questa storia, scegli tu dove!