CCNL 2022-24: niente arretrati ai pensionati nel biennio 2022-24
di Mirco Telaro, Infoscuola24
Arretrati contratto scuola 2022-2024, già definiti i docenti e ATA esclusi:
non avranno alcuna somma per mancanza risorse disponibili.
Il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del comparto scuola 2022-2024 sta sollevando non poche discussioni tra lavoratori, sindacati e pensionati del settore.
Una delle questioni più controverse riguarda il tema degli arretrati: chi ha cessato il servizio nel 2022 e nel 2023 non riceverà alcuna somma aggiuntiva, mentre solo i pensionati dal 2024 in avanti avranno diritto al riconoscimento economico. Alla base di questa scelta vi sono ragioni di bilancio e precise decisioni politiche del governo Meloni.
Il rinnovo del CCNL scuola: contesto e tempistiche
Il CCNL scuola 2022-2024 è il contratto collettivo che disciplina condizioni economiche e normative del personale docente, ATA ed educativo per il triennio di riferimento.
La trattativa si sta svolgendo in un contesto particolarmente complesso: da un lato l’inflazione in forte crescita, che ha eroso negli ultimi anni il potere d’acquisto dei lavoratori pubblici; dall’altro i vincoli stringenti di bilancio che hanno limitato le risorse disponibili per incrementi salariali e arretrati.
Mentre in passato i rinnovi contrattuali prevedevano sempre la corresponsione degli arretrati per l’intero periodo di vacanza contrattuale (ad esempio, nel contratto 2019-2021 erano stati riconosciuti arretrati a partire dal gennaio 2019), in questo caso il governo ha scelto una strada diversa, destinando le risorse soltanto a partire dal 2024.
La decisione del governo Meloni: nessuna copertura per 2022 e 2023
La Legge di Bilancio e i documenti programmatici presentati dall’esecutivo hanno chiarito un punto centrale: per gli anni 2022 e 2023 non è stato stanziato alcun fondo utile a coprire arretrati per i lavoratori della scuola.
Questo significa che chi è andato in pensione nel 2022 o nel 2023 non vedrà alcun beneficio economico derivante dal nuovo contratto. In altre parole, pur avendo lavorato in quegli anni, il mancato stanziamento impedisce di riconoscere a posteriori un adeguamento stipendiale.
Al contrario, per il 2024 il governo ha messo a bilancio alcune somme che consentiranno di finanziare aumenti e arretrati a partire da gennaio di quell’anno. Pertanto, solo chi risulta ancora in servizio nel 2024, o chi è andato in pensione dal 1° gennaio 2024 in poi, riceverà effettivamente gli arretrati.
Le conseguenze per i pensionati 2022-2023
La scelta di escludere gli anni 2022 e 2023 dalla copertura degli arretrati comporta conseguenze rilevanti per migliaia di lavoratori della scuola ormai in pensione.
Chi ha lasciato il servizio nel biennio in questione:
- non riceverà alcuna somma aggiuntiva in busta paga;
- non potrà beneficiare di un ricalcolo della pensione basato su stipendi più alti;
- vedrà dunque la propria pensione restare ancorata ai valori precedenti, senza gli incrementi che invece verranno riconosciuti a partire dal 2024.
Questo aspetto è particolarmente penalizzante, perché storicamente gli arretrati rappresentavano non solo un rimborso per il mancato adeguamento salariale, ma anche una garanzia di equità tra generazioni di lavoratori.
Il governo, dal canto suo, difende la scelta spiegando che le risorse disponibili non consentivano di estendere gli arretrati anche al 2022-2023 senza compromettere i conti pubblici.
Schema riassuntivo
Per rendere più chiara la situazione, riportiamo una tabella riepilogativa:
ANNO DI PENSIONAMENTO | ARRETRATI | MOTIVAZIONE |
2022 | Nessuno | Mancata copertura |
2023 | Nessuno | Mancata copertura |
Dall’1/1/2024 | Sì | Risorse disponibili |