Carta del docente, rischio di danno erariale

di Sabrina Maestri, Scuola in Forma

Carta del docente, segnalato alla Corte dei Conti il rischio di danno erariale a carico dello Stato per mancata ottemperanza alle sentenze passate: lo Stato risulta perennemente soccombente nei ricorsi, ed è in ritardo nel darvi esecuzione.

L’a.s 2024/25 ha visto concretizzarsi una novità sul fronte della carta del docente: l’estensione in via strutturale anche ai precari al 31 agosto. Restano però esclusi i supplenti brevi e quelli con contratto al 30 giugno, i quali possono comunque fare affidamento sull’esito positivo dei ricorsi. Lo Stato risulta perennemente soccombente nelle aule di tribunale, costretto spesso a pagare anche gli interessi ai docenti ricorrenti, oltre alle spese legali. Le cifre, in molti casi, arrivano anche ad aggirarsi intorno ai 3 mila euro a ricorrente. E sono parecchi i ricorsi ancora pendenti a cui lo Stato dovrà dare seguito una volta emesse le decisioni a lui sfavorevoli. Alla Corte dei Conti è stato segnalato il rischio di danno erariale a carico dell’Esecutivo per mancata ottemperanza alle sentenze passate. Di seguito i dettagli.

Carta del docente: tra ritardi e aule di tribunale sommerse di contenziosi
Nonostante le molteplici sentenze favorevoli per i ricorrenti lo Stato non ha mostrato aperture nel senso di un’inversione di rotta sul fronte della carta del docente. Il bonus, dopo varie pressioni, è stato esteso solo ai precari con contratto al 31 agosto, escludendo ogni altro supplente. La motivazione sottesa al diniego sembra risiedere nella mancanza di risorse sufficienti ad estendere la carta a tutti i docenti precari. Già dall’a.s 2025/26, tra l’altro, probabilmente i beneficiari si potrebbero vedere ridotto l’importo, che potrà raggiungere un massimo di 500 euro ma che di anno in anno sarà deciso tramite un apposito decreto. La carta del docente non avrà più quindi un credito fisso di 500 euro.

Ciò che balza all’occhio poi, con riguardo alla miriade di ricorsi presentati, è l’inerzia dello Stato nel dare esecuzione alle sentenze che riconoscono il diritto di usufruire del bonus ai vari insegnanti supplenti. I ritardi sono palesi, e i TAR si ritrovano sommersi da una mole eccessiva di contenziosi che rischiano di paralizzare la giustizia amministrativa e di bloccare la gestione delle altre pratiche.

Rischio di danno erariale
La situazione che si sta delineando vede controversie accumulate negli anni precedenti rimaste irrisolte, con numerose sentenze che attendono ancora esecuzione, mentre le spese per interessi di mora, penalità e rimborsi continuano a gravare sulle casse pubbliche. Alla luce di ciò i giudici del Tar Piemonte hanno trasmesso gli atti alla Corte dei Conti, segnalando il rischio di danno erariale a carico dello Stato per la mancata ottemperanza alle sentenze passate. Dal canto suo la Corte costituzionale, chiamata a valutare la tenuta finanziaria della misura, ha stabilito che “tocca al legislatore trovare i mezzi per fronteggiare gli oneri”.

Una situazione quindi sicuramente intricata a cui lo Stato dovrà cercare di porre rimedio, provvedendo intanto tempestivamente a dare esecuzione a tutte le sentenze da cui è risultato soccombente.

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