Cacciari, docenti schiacciati dalla burocrazia
di Andrea Carlino,
Docenti schiacciati dalla burocrazia, Cacciari: “Riunioni infinite e moduli da compilare hanno sostituito la libertà didattica, trasformando gli insegnanti in impiegati del sistema produttivo”.
Il filosofo Massimo Cacciari lancia un duro attacco contro l’attuale direzione del sistema scolastico, denunciando su La Stampa una deriva che considera pericolosa per la formazione delle nuove generazioni.
Secondo l’ex sindaco di Venezia, la scuola contemporanea ha tradito la sua missione educativa fondamentale, trasformandosi in uno strumento di “addomesticamento” al servizio delle logiche di mercato. L’istruzione, sostiene Cacciari, dovrebbe essere orientata alla liberazione intellettualedegli studenti, non alla loro preparazione meccanica alle richieste del sistema produttivo.
L’oppressione burocratica che schiaccia l’autonomia didattica
Cacciari denuncia come l’oppressione burocratica stia distruggendo l’autonomia didattica dei docenti, creando un sistema che “omologa al basso” e rende “vacua chiacchiera ogni selezione meritocratica”. Il filosofo evidenzia una realtà drammatica per gli insegnanti: sempre meno tempo dedicato alla lettura, allo studio e alla formazione continua, sostituito da un’infinita catena di adempimenti amministrativi.
La descrizione che emerge è quella di una categoria professionale schiacciata dalla “produzione di riunioni per mezzo di riunioni”, costretta alla continua “redazione di piani e progetti” e sottoposta a “rendiconti continui” che non valutano le competenze disciplinari, ma l’osservanza di procedure e metodi standardizzati. La burocrazia asfissiante finisce per soffocare completamente lo “spirito di iniziativa” degli educatori.
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L’esplosione degli adempimenti amministrativi che paralizza l’insegnamento
I docenti si trovano quotidianamente sommersi da una mole crescente di adempimenti amministrativi che sottraggono tempo prezioso alla preparazione delle lezioni e all’aggiornamento professionale. Moduli da compilare, relazioni da redigere, piani didattici da elaborare secondo format standardizzati: la routine burocratica ha progressivamente invaso ogni aspetto dell’attività scolastica.
Le procedure ministeriali si sono moltiplicate negli ultimi anni, trasformando gli istituti in veri e propri uffici amministrativi dove la documentazione assume spesso maggiore importanza dell’azione educativa concreta. I dirigenti scolastici confermano che mediamente un insegnante dedica almeno il 30% del proprio tempo lavorativo ad attività di natura puramente burocratica, percentuale che sale drasticamente per chi ricopre incarichi aggiuntivi o coordina progetti specifici.
L’autonomia didattica sotto assedio del controllismo formale
L’autonomia scolastica, principio cardine della riforma del sistema educativo, risulta oggi gravemente compromessa dal controllismo formale che permea ogni livello dell’organizzazione scolastica. Gli organi collegiali si trasformano in sessioni interminabili dedicate all’approvazione di documenti standard, mentre il tempo destinato alla discussione metodologico-didattica si riduce progressivamente.
La libertà d’insegnamento, garantita costituzionalmente, subisce limitazioni indirette attraverso l’imposizione di griglie di valutazionerigide, programmazionidettagliate e rendicontazioni continue che standardizzano l’approccio educativo. I sindacati della scuola hanno denunciato, più volte, come la deriva burocratica comprometta la qualità dell’insegnamento, costringendo i docenti a privilegiare l’osservanza delle procedure rispetto all’innovazione didattica e alla personalizzazione degli interventi formativi.
L’impatto sulla professionalità docente e sulla qualità educativa
La burocratizzazione del sistema scolastico, inoltre, produce effetti negativi diretti sulla motivazione professionale degli insegnanti e sulla qualità dell’offerta formativa. Le ore di programmazione vengono spesso assorbite dalla compilazione di documenti, riducendo il tempo disponibile per lo studio personale e l’aggiornamento disciplinare.
La formazione continua, elemento fondamentale per mantenere elevati standard professionali, diventa sempre più difficile da conciliare con gli impegni burocratici quotidiani.
Docenti demotivati producono rendicontazioni di qualità scadente che, a loro volta, giustificano l’introduzione di ulteriori controlli e procedure. La meritocrazia scolastica risulta così compromessa da un sistema che valuta principalmente il rispetto formale delle procedure piuttosto che l’efficacia educativa e i risultati di apprendimento degli studenti.
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