Docente si frattura in gita, niente risarcimento
La Tecnica della scuola
Docente cade in gita e si frattura l’omero, risarcimento respinto. I giudici: non basta subire un incidente per riceverlo.
Una questione complessa: una docente, caduta in gita sul suolo pubblico, non ha ottenuto il risarcimento. Il motivo? Secondo i giudici non è riuscita a produrre la documentazione necessaria per dimostrare il nesso tra fatto subìto e una certa inadempienza.
La ricostruzione dei fatti
Il fatto è accaduto, come riporta Il Sole 24 Ore, al termine di una visita d’istruzione: una docente è inciampata su una radice sporgente e ha riportato una frattura all’omero. Il Tribunale di Lecco, con la sentenza n. 547/2025 del 14 novembre scorso, ha chiarito un punto importante: non basta subire un incidente su suolo pubblico per vedersi riconoscere il risarcimento.
Il problema, secondo il Tribunale, è stato la mancanza di prove concrete. La prof ha prodotto una fotografia e la testimonianza di una collega, che ha confermato soltanto la caduta senza poter descrivere in maniera precisa il punto in cui è avvenuta o le condizioni del marciapiede.
Cosa devono fare i docenti?
La foto mostrava alcune lacune nei sampietrini, ma non era sufficiente a dimostrare la pericolosità dell’avvallamento. Non sono stati presentati filmati o altre testimonianze che potessero ricostruire con certezza l’incidente. La sentenza afferma un principio chiaro: la legge prevede una responsabilità oggettiva dell’ente pubblico per difetti della strada, ma chi chiede il risarcimento deve dimostrare il nesso tra il danno subito e il difetto o l’ostacolo.
In questo caso, l’istruttoria non ha permesso di accertare con precisione né il punto della caduta né lo stato del marciapiede. Di conseguenza, la richiesta di risarcimento è stata respinta.

Quanto vengono pagati i docenti accompagnatori in gita?
Qualche tempo fa ci siamo concentrati sui compensi che vengono percepiti dai docenti accompagnatori. Quanto vengono pagati gli insegnanti per andare in gita scolastica? Abbiamo scritto che ai docenti non spetta alcun compenso aggiuntivo specifico per le gite. Non esiste proprio una voce “gita”: tutto ricade dentro le “ore aggiuntive non di insegnamento”.
I docenti ricevono delle retribuzioni aggiuntive per le gite, ricavate dal FIS, Fondo per le Istituzioni Scolastiche, che fa parte del Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa.
Secondo la tabella allegata al CCNL scuola 2019/2021 si parla di € 38,50 per ogni ora di insegnamento per attività aggiuntive al servizio curricolare; € 19,25 per ogni ora funzionale all’attività di insegnamento al di fuori delle 40 + 40 ore previste da contratto. In realtà, però, spesso ai docenti, per le gite viene dato un compenso forfettario deciso in sede di contrattazione d’istituto. Questo vuol dire che in ogni scuola può venire assegnato un compenso diverso. Ma è davvero così?
A livello teorico sì: ma nel concreto, sono pochissime le scuole che riescono a dare un compenso di questo tipo ai docenti. Molto spesso, questi ultimi, vanno in gita praticamente a titolo gratuito, esponendosi, comunque, a vari rischi.
