AI a scuola: cosa fanno gli altri Paesi e dove si colloca l’Italia

di Daniela Di Donato, Agenda digitale

L’integrazione dell’AI a scuola procede in Italia mentre altri paesi adottano modelli diversificati. Cina, Corea del Sud e Australia hanno già implementato curricula nazionali. Europa e Stati Uniti sperimentano linee guida e piattaforme dedicate. Serve verificare la preparazione degli insegnanti italiani.

Gilda Venezia

L’intelligenza artificiale è uscita dai convegni ed è entrata nei curricoli, nei libri digitali e nelle pratiche di valutazione scolastica. Il confronto con Cina, Corea, Australia, USA ed Europa aiuta a capire dove siamo e quali passi servono ora, a partire dalle Linee guida del Mim.

Indice degli argomenti

Lo scenario italiano e la necessità di confronto internazionale

Le Linee guida del Mim sull’integrazione delle AI a scuola stanno circolando da meno di due mesi e le scuole si trovano già in un limbo: chi aveva già cominciato a sperimentare forse sta aspettando che nella sua scuola si stabiliscano regole, ambienti e modalità, ma chi invece era riuscito a ritardare il momento in cui l’AI avrebbe fatto irruzione nella propria didattica percepisce che si sta avvicinando il momento, in cui gli sarà chiesto di mettersi in gioco e si sta chiedendo come comportarsi.

Come stanno integrando l’AI a scuola negli altri paesi? Gli ultimi cinque anni sono stati una timeline intensa di documenti, esperimenti e riflessioni, ma non sempre siamo riusciti a guardarci intorno per capire come si collocava l’Italia in questo flusso.

L’esperienza asiatica: Cina, Hong Kong e Corea del Sud all’avanguardia

In Cina già dal 2019 i ragazzi tra gli 11 e i 18 anni studiavano tutto ciò che concerne machine learning, algoritmi e possibili applicazioni e implicazioni dell’AI. Da settembre 2025 l’intelligenza artificiale è integrata nel curriculum nazionale ed è quindi una materia obbligatoria per tutti gli studenti della scuola primaria e secondaria. I bambini a partire dai sei anni impareranno la robotica, il pensiero algoritmico e l’apprendimento automatico.

Dal 2023, Hong Kong ha invece reso obbligatorio un corso di educazione all’intelligenza artificiale (IA) per gli studenti delle scuole secondarie di primo grado, con un impegno di 10-14 ore. Circa il 70% delle scuole secondarie pubbliche ha già integrato elementi di intelligenza artificialenei propri programmi di studio. Gli argomenti trattati includono l’equità algoritmica, l’impatto sociale delle tecnologie emergenti e gli strumenti di IA generativa.

Da marzo 2025, la Corea del Sud ha lanciato libri di testo digitali basati sull’intelligenza artificiale (le linee guida per lo sviluppo di questi materiali erano uscite nel 2023) per matematica, inglese e informatica, sia per l’istruzione primaria che secondaria. Supportati da un finanziamento di 70 milioni di dollari per le infrastrutture digitali e di una cifra altrettanto alta per la formazione degli insegnanti, il programma integra feedback in tempo reale e strumenti di apprendimento adattivo.

Australia, India ed Emirati Arabi: modelli diversificati di integrazione

Il 5 ottobre 2023 l’Australia ha approvato il Quadro nazionale per l’intelligenza artificiale generativa nelle scuole e un’implementazione graduale è stata successivamente avviata nel 2024. Nel giugno 2025, i ministri dell’Istruzione hanno già approvato la prima revisione del quadro australiano per l’intelligenza artificiale generativa nelle scuole. Nel modello australiano si enfatizza la trasparenza e l’uso responsabile dell’intelligenza artificiale, con diversi stati che sperimentano strumenti di intelligenza artificiale per gli studenti dal quinto al decimo anno. Il documento è snello: otto pagine. L’iniziativa indiana Youth for Unnati and Vikas with AI (YUVAi) coinvolge studenti di età compresa tra gli 8 e i 12 anni. Il programma combina l’insegnamento tecnico dell’intelligenza artificiale con l’apprendimento socio-emotivo, utilizzando laboratori virtuali per migliorare l’accessibilità nelle aree svantaggiate.

Questi aspetti legati alle emozioni sono sentiti come particolarmente importanti nell’uso delle AI. In collaborazione con ASI, un’azienda locale di tecnologia educativa, il Ministero dell’Istruzione degli Emirati Arabi Unitista sviluppando una piattaforma di tutoraggio basata sull’intelligenza artificiale, allineata al curriculum nazionale e progettata per offrire supporto personalizzato agli studenti. Nell’ambito della sua Iniziativa Nazionale per l’Istruzione sull’IA, il Paese prevede di formare oltre un milione di persone, studenti inclusi, entro il 2027.

Il modello americano delle Big Five in AI

Negli Stati Uniti sono state proposte già dal 2018 delle Linee guida per quello che corrisponde al nostro primo e secondo ciclo (K-12), organizzate attorno a un modello denominato Big Five in AI, ossia le cinque grandi idee dell’intelligenza artificiale (Fig.1):

  1. Percezione
  2. Rappresentazione e ragionamento
  3. Apprendimento
  4. Interazione naturale
  5. Impatto sociale
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Fig. 1. Big Five in AI

Nel modello vengono descritti per ogni idea quali sono gli obiettivi di apprendimento (ciò che gli studenti dovrebbero essere in grado di fare), qual è la comprensione duratura, cioè quello che studentesse e studenti dovrebbero sapere in modo approfondito e infine vengono anche fornite descrizioni dettagliate, per illustrare esempi didattici d’uso. Gli obiettivi sono distinti in base ai vari grade, in quattro fasce: K-2 (da circa 5 anni, dal Kindergarten, a 7 anni), 3-5 (8-11 anni), 6-8 (1-14 anni) e 9-12 (14-18 anni).

Su questa base almeno ventotto stati hanno pubblicato linee guida in ambito IA per le scuole K-12.

Le iniziative europee: Estonia e Finlandia pioniere dell’etica AI

Passando in rassegna invece i paesi europei troviamo diversi orientamenti, alcune azioni sono promosse dalla UE, in rete con altri paesi, altre sono più solitarie.

L’iniziativa estone KrattAI mira a garantire che tutti gli studenti dai 7 ai 19 anni raggiungano la padronanza digitale entro il 2030. Un obiettivo è l’applicazione etica dell’intelligenza artificiale, in particolare nell’identificazione e nella mitigazione degli algoritmi per potenziali pregiudizi. Gli estoni hanno scelto il Kratt, che è un personaggio del folklore nazionale, come metafora dell’intelligenza artificiale. Un detto estone dice “Se c’è un problema da risolvere, il kratt lo risolverà”.

In Finlandia è dal 2019 che si sono posti il problema. Il Dipartimento di informatica dell’Università di Helsinki, con il supporto della società di consulenza Reaktor, ha infatti sviluppato il corso “Elementi di IA”, che ha coinvolto oltre 1,8 milioni di partecipanti in tutto il mondo. Il corso introduce i concetti fondamentali dell’AI e la progettazione etica, funzionando da modello per una formazione sull’AI accessibile e non tecnica. L’obiettivo era formare almeno l’1% della popolazione (circa 55.000 cittadini e cittadine) alla conoscenza di base dell’AI e parte del programma coinvolgeva bambini e preadolescenti (9-14 anni).

Nel 2024 la Finlandia ha comunque pubblicato anche le sue Linee guida, in collaborazione con Faktabaari, un servizio finlandese di fact-checking e alfabetizzazione digitaledell’informazione, avviato nel 2014. Le linee guida contengono anche la prima scala di valutazione dell’AI (Perkins, Furze, Roe, & MacVaugh, 2024; Perkins, Roe & Furze, 2025), che può essere utilizzata per chiarire sia agli studenti che ai docenti quale sia l’uso appropriato o inappropriato dell’IA in un compito. A fine settembre del 2025 è stato pubblicato un articolo dagli stessi autori della prima versione, che propone un aggiornamento della scala. Le novità sono il chiarimento delle basi teoriche della scala attraverso i principi del costruttivismo sociale, lo sviluppo dell’AIAS come quadro di riferimento per la riprogettazione della valutazione al fine di migliorarne la validità e l’adeguamento delle risorse visive affinché funzioni in modo inclusivo e non gerarchico. Alle voci già presenti è stata aggiunta la possibilità di utilizzare l’AI in chiave creativa e in collaborazione con gli insegnanti (Fig.2).

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Fig. 2. AIAS aggiornata al 2025

Francia e Germania: sovranità digitale e strumenti nazionali

I francesi hanno partecipato prima al progetto europeo AI4T – Artificial Intelligence for and by teachers, un’iniziativa sperimentale durata tre anni, avviata nel 2021 e terminata nel 2024, che ha coinvolto anche Irlanda, Italia, Lussemburgo e Slovenia, con l’obiettivo di esplorare e sostenere l’uso dell’IA nell’istruzione secondaria. Successivamente con il programma nazionale France 2030 è stato lanciato un bando per progetti di IA educativa: l’idea è di sviluppare strumenti di IA “sovrani” (cioè controllati a livello pubblico) per supportare gli insegnanti nella preparazione delle lezioni e nella valutazione degli alunni, disponibili dalla stagione scolastica 2026.

Nell’ottobre 2024, la Conferenza dei Ministri dell’Istruzione dei Länderha adottato una Raccomandazione d’azione per l’amministrazione scolastica sull’uso dell’intelligenza artificiale nei processi di formazione scolastica. Questa raccomandazione mira a consentire alle scuole di affrontare l’AI in modo costruttivo e critico e di sfruttare al meglio il potenziale di queste tecnologie per l’apprendimento e l’insegnamento.

All’inizio del 2025, DeutschlandGPT (la piattaforma tedesca di intelligenza artificiale, che si presenta come un’alternativa nazionale ai grandi modelli americani o cinesi, con sviluppo ed operazione interamente in Germania) ha sviluppato un LLM didattico specificamente progettato per l’uso nelle scuole tedesche. Questo modello di base “didattico” non solo è adattato alle esigenze pedagogiche della classe, ma è anche ottimizzato per la lingua tedesca.

Il modello si basa su una versione avanzata dell’architettura open source Llama 3.3 70B. Per questo sviluppo, DeutschlandGPT ha utilizzato una combinazione di dati proprietari e sintetici, che è stata integrata direttamente nel nuovo modello. Per garantire la privacy degli studenti, le interazioni con l’LLM didattico non vengono memorizzate e il modello include funzioni di protezione integrate, che ne garantiscono un utilizzo etico.

Queste misure di sicurezza rappresentano una componente fondamentale del sistema: sono da prima linea di difesa contro input offensivi o pericolosi, rilevando contenuti potenzialmente dannosi prima che vengano elaborati e bloccandoli automaticamente. In sostanza, proteggono gli studenti da risposte inappropriate o fuorvianti. Da maggio 2025, l’LLM didattico è offerto come parte dei servizi di base AI.

La sfida italiana: preparazione docenti e crescita professionale

Ora sarebbe necessario chiedersi se qui in Italia gli insegnanti si sentono preparati ad affrontare questa integrazione, soprattutto a quali ritmi e con quali spazi di confronto, riflessione e direi anche possibilità di crescita professionale. Sappiamo infatti che la diffusione e l’adozione dell’AI sono strettamente correlate al grado di preparazione degli insegnanti e delle istituzioni all’uso di questa tecnologia, come è sempre stato per qualsiasi innovazione di tipo tecnologico. Per questo vi chiedo di rispondere ad un questionario, che raccoglie opinioni e idee su questo tema.


Bibliografia

  • Perkins, M., Furze, L., Roe, J., & MacVaugh, J. (2024). The Artificial Intelligence Assessment Scale (AIAS): A framework for ethical integration of Generative AI in Educational Assessment. Journal of University Teaching and Learning Practice, 21(6), 49–66.
  • Perkins, M., Roe, J., & Furze, L. (2025). Reimagining the Artificial Intelligence Assessment Scale (AIAS): A refined framework for educational assessment. Journal of University Teaching and Learning Practice, 22(7). https://doi.org/10.53761/rrm4y757
  • Vedi anche: Linee guida MIM sull’IA a scuola: troppa teoria, poca pratica

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