Sciopero 28 novembre: chi si ferma, gli orari e le fasce di garanzia
A scendere in piazza saranno i sindacati di base Cobas, Usb, Sgb e Cub, che hanno proclamato la mobilitazione per venerdì 28 novembre
Rientro in salita per la premier Giorgia Meloni dalle missioni estere: ad attenderla non solo il vertice di maggioranza per trovare la quadra sugli emendamenti con gli alleati di governo, ma anche uno sciopero generale contro la stessa manovra. A scendere in piazza saranno i sindacati di base Cobas, Usb, Sgb e Cub, che hanno proclamato la mobilitazione per venerdì 28 novembre per chiedere “massicci investimenti” nella sanità, scuola, università, trasporti, quindi “il taglio drastico” delle spese militari, “la stabilizzazione di tutti i precari” e il rinnovo dei contratti con aumenti salariali “adeguati per recuperare almeno l’inflazione reale”. A questo sciopero seguirà quello della Cgil convocato per il 12 dicembre.
Le fasce di garanzia
La protesta coinvolgerà trasporti, sanità, scuola e altri servizi pubblici. Dalle 21 di giovedì 27 alle 21 di venerdì 28 novembre, lo sciopero nazionale potrà interessare il personale del Gruppo FS, Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord. Per il trasporto ferroviario regionale sono garantiti i servizi essenziali dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21.
I lavoratori delle Autostrade incroceranno le braccia dalle ore 22 di giovedì alle ore 22 del giorno successivo. Fermo anche il settore aereo.
A Roma l’agitazione interesserà la rete Atac e i bus periferici gestiti da operatori privati. Il servizio sarà comunque regolare fino alle 8:30 e dalle 17 alle 20.
La manifestazione
Nella mattinata di venerdì, dalle ore 11, è anche prevista una manifestazione sotto il Parlamento, in piazza di Montecitorio dove verrà presentata la “finanziaria del popolo”. “Nel giorno in cui i parlamentari non lavorano, come tutti i venerdì dell’anno, le lavoratrici e i lavoratori in sciopero votano e approvano la finanziaria del popolo”, afferma l’Usb. Allo sciopero generale dei sindacati di base farà seguito quello della Cgil il 12 dicembre prossimo, mentre la Uil, il 29 novembre, e la Cisl, il 13 dicembre, hanno organizzato delle proprie manifestazioni a Roma. “Purtroppo la Cgil ha convocato il proprio sciopero il 12 dicembre, contrapponendosi a quello da tempo convocato dai Cobas e da tutti gli altri sindacati di base per il 28 novembre, e oltretutto fuori tempo massimo rispetto all’iter della Finanziaria: sciopero che la Cgil dovrà gestire in perfetta solitudine, essendosi rotta di fatto, dopo oltre 70 anni, la stretta alleanza con Cisl e Uil”, sottolinea il Cobas.
La maggioranza lavora agli ultimi nodi della manovra
La maggioranza dal canto suo difende la manovra. Il Responsabile Economia di Forza Italia, Maurizio Casasco, sottolinea che “la manovra è seria e responsabile perché tiene i conti in ordine e dà un grande contributo a imprese e famiglie”. L’obiettivo del Governo “è la crescita che si muove su due direttrici: incentivare i consumi e sostenere gli investimenti”, spiega in una intervista al Messaggero, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo. “Attraverso detassazione e decontribuzione abbiamo sostenuto i salari e per gli investimenti abbiamo riproposto l’iperammortamento per le imprese per il 2026. Adesso stiamo lavorando per renderlo almeno biennale. E sarà uno dei temi prioritari dei prossimi giorni”, precisa il viceministro. Sui nodi ancora da sciogliere al prossimo vertice a Palazzo Chigi, in particolare quelli su banche e affitti brevi, Leo sottolinea che “va evitato di demonizzare le banche”. Infatti “la loro attività è fondamentale per la crescita del Paese. E da questo punto di vista abbiamo avuto una proficua interlocuzione con gli istituti di credito”, dice, quindi specifica che si sta “raggiungendo un buon punto di equilibrio sull’entità del loro contributo alla manovra”. Mentre sugli affitti brevi rassicura che “si riuscirà a trovare una sintesi ragionevole”.

