Palermo e Grosseto, ancora aggressioni a scuola
La Tecnica della scuola
Prof rimprovera alunno, lui gli alza le mani. La scuola convoca i parenti, ma anche loro aggrediscono il docente: rissa a scuola.. Studente non entra a scuola, la vicepreside chiama il padre e lo avvicina: il 15enne le sferra un pugno
Ancora violenza a scuola, ancora docenti aggrediti: stavolta tutto è accaduto in una scuola di Palermo. Tutto è degenerato in rissa sedata a fatica dall’intervento delle Forze dell’Ordine. Lo riporta La Repubblica
Il ragazzo si sarebbe ribellato ai rimproveri del professore e sarebbe poi passato alle mani. Non riuscendo a placare il giovane, la scuola ha convocato la famiglia. “Sono intervenuti il nonno e la madre – racconta un docente – ma invece di richiamare il ragazzino hanno peggiorato la situazione colpendo anche loro il professore”.
La ricostruzione dei fatti
Sembra che anche la dirigente scolastica sia rimasta coinvolta nella lite. A quel punto sono state chiamate le Forze dell’Ordine: una prima pattuglia non è riuscita a sedare la rissa anzi, sembra che la famiglia del ragazzo si sia scagliata anche contro gli agenti arrivati sul posto. È stato necessario richiedere rinforzi.
Il maxi intervento si è concluso con i familiari portati via a bordo delle volanti e con il docente che si è allontanato dal cancello sul retro. “Abbiamo sentito il frastuono delle sirene – racconta un altro docente – prima in lontananza e poi fermarsi al cancello: si è attivato il protocollo di sicurezza e non abbiamo potuto lasciare le aule al suono della campanella, i bambini erano terrorizzati”.
Cosa deve fare il docente colpito?
Quando subisce un’aggressione verbale o fisica, il docente deve sempre informare, con una lettera scritta, il proprio dirigente scolastico, il quale, come prevede l’articolo 2087 del Codice civile, è obbligato ad adottare le necessarie misure atte a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei dipendenti.
L’insegnante aggredito dovrebbe anche chiedere allo stesso preside di prendere provvedimenti per garantire le condizioni di sicurezza in ambito lavorativo previste dalla legge e scongiurare il ripetersi di ulteriori aggressioni in grado di provocare danni morali, fisici e/o biologici nei propri confronti.
Se sono stati riportati traumi o ferite, il lavoratore deve recarsi subito in pronto soccorso per le cure del caso e chiedere il rilascio del certificato medico attestante la diagnosi e le circostanze che hanno causato la richiesta di cure mediche presso la struttura ospedaliera: è bene ricordare anche la certificazione medica dovrà essere anche allegata alla successiva denuncia da presentare alla polizia giudiziaria o ai carabinieri.
Altra violenza a scuola: uno studente ha colpito con un pugno la vicepreside, che lo aveva avvicinato per invitarlo a entrare in classe. Il ragazzo, di quindici anni, ha aggredito la donna lo scorso 11 novembre, in un liceo di Grosseto causandole un taglio in bocca e sette giorni di prognosi. Lo riporta La Nazione.
La docente si stava accertando di quello che stava accadendo fuori dalle aule. In particolare aveva notato il 15enne, studente di quinta ginnasio (il secondo anno del classico) che non era entrato in classe nonostante la campanella fosse suonata ormai da mezz’ora.
Il ragazzo è stato fermato dal padre
“Era come disorientato”, hanno raccontato alcuni ragazzi. L’insegnante si è avvicinata per rendersi conto del suo stato di salute e per chiedergli se avesse avuto bisogno di qualcosa. Ma non ha avuto risposte. Subito avvisata la famiglia, è arrivato il padre. Quando il 15enne ha visto il genitore, ha colpito l’insegnante con un pugno.
Il ragazzo è stato fermato dal padre stesso. L’insegnante è dovuta ricorrere alle cure del pronto soccorso. Escluse fratture al setto nasale ma la botta ha comportato una profonda lacerazione in bocca. Quanto al ragazzo, il liceo si sta interrogando sul suo anomalo stato di alterazione.
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