Trasparenza sui salari, la direttiva europea
di Lucio Ficara, La Tecnica della scuola
Trasparenza sui salari, la Direttiva UE 2023/970 riguarda anche la scuola e l’informativa:
trasparenza retributiva e meccanismi di applicazione.
Uno dei nodi contrattuali più delicati e controversi, che all’interno delle nostre scuole è motivo di discussione e confronto tra docenti, è senza dubbio l’aspetto della mancata trasparenza dei salari accessori che vengono pagati a fine anno scolastico ad alcuni docenti e al personale ata, di tutte le scuole.
A tal proposito il CCNL scuola 2019-2021 aveva introdotto, per effetto dei pareri espressi dal Garante della privacy, una norma volta ad obbligare i dirigenti scolastici, in fase di informazione successiva, a non associare il compenso accessorio distribuito ai dipendenti della scuola al nominativo del lavoratore che lo ha percepito. Adesso, dopo la firma dell’ipotesi di CCNL scuola 2022-2024, si potrebbe aprire, già a partire dai primi mesi del 2026, una fase di contrattazione economica e giuridica (riferita al rinnovo del CCNL scuola 2025-2027), che potrebbe prendere in esame la direttiva europea 970 del maggio 2023 e il relativo adeguamento dell’Italia in tema della trasparenza salariale e delle relative informative sindacali.
Direttiva UE 2023/970
La direttiva (UE) n.970 del 10 maggio 2023, volta a rafforzare l’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva e i relativi meccanismi di applicazione, potrebbe essere uno dei motivi per riaprire la tanto discussa questione del conoscere, per questioni legate alla trasparenza dei fondi pubblici, i nominativi dei lavoratori associati al compenso accessorio che viene loro assegnato dal dirigente scolastico sulla base dei criteri stabiliti in contrattazione di Istituto.
Certo è che la direttiva europea in questione, si pone l’obiettivo di ridurre la discriminazione del divario salariale tra maschi e femmine che svolgono la stessa attività, ma attraverso la trasparenza salariale associata ai nominativi dei lavoratori e attraverso una traparente informazione del datore di lavoro alle rappresentanze sindacali, si potrebbe evitare la discriminazione salariale tra dipendenti anche a prescindere dal “genere”.
Adegumanto legislativo alla direttiva
È importante sapere che, ai sensi dell’art.34 della suddetta direttiva europea, gli Stati membri dovranno mettere in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per
conformarsi alla presente direttiva entro il 7 giugno 2026.
Quando gli Stati membri adotteranno le suddette disposizioni, queste dovranno contenere un riferimento alla presente direttiva o saranno corredate da siffatto riferimento all’atto della pubblicazione ufficiale.
L’impegno politico, preso dal Governo, anche in fase di accordo dell’ipotesi del CCNL scuola 2022-2024, potrebbe presupporre una adeguamento legislativo sulla trasparenza dei salari, decisamente più ampio rispetto l’obiettivo della direttiva UE 2023/1970. In buona sostanza potrebbe essere disposta una legge volta a considerare la questione della trasparenza dei salari, anche associata ai nominativi dei dipendenti, per garantire regolarità e correttezza sulla distribuzione dei compensi accessori da parte dei datori di lavoro pubblici e privati.
Dichiarazione congiunta dei sindacati
Nell’ipotesi di CCNL scuola 2022-2024, riveste particolare importanza, la dichiarazione congiunta n. 3, in cui è stato deciso che riguardo alle relazioni sindacali, tenuto conto dei contenziosi in atto, le parti ritengono opportuno intervenire nell’accordo quadro relativo alle prerogative sindacali, al fine di valutare un eventuale adeguamento degli istituti di partecipazione sindacale.
Anche la dichiarazione congiunta n.2 ha una notevole importanza, in quanto la parte normativa da discutere nel CCNL scuola 2025-2027 dovrà affrontare prioritariamente i temi della formazione e valorizzazione professionale del personale, del welfare, delle relazioni sindacali(quindi anche della trasparenza dei compensi accessori), del lavoro agile, del personale all’estero e di una eventuale soluzione relativamente alla questione dei buoni pasto (tenuto conto delle risorse disponibili).

