Contratto scuola, stipendi docenti bassi da sempre

La Tecnica della scuola, 1.11.2025.

Stipendi docenti fermi, ma il costo della vita è più caro. I dati.
Quanto guadagnava un docente e com’è cambiato il ruolo dell’insegnante.

 

Mentre tra poco, si spera, si chiuderà la trattativa per il contratto scuola 2022/2024. Quanto potranno aumentare gli stipendi dei docenti dopo la firma?

L’indicazione arrivata all’Aran è chiara: le risorse disponibili per il rinnovo del contratto 2022-2024 dei dipendenti della scuola, circa 1,2 milioni di lavoratori, sono state messe tutte sul tavolo. Si tratta di 2.962,5 milioni stanziati dalla legge di bilancio 2024, 102,7 milioni previsti dalla Manovra 2025, 240 milioni di una tantum stanziati grazie all’intervento del Ministero dell’Istruzione e del Merito con il decreto-legge 9 settembre 2025 n. 127.

I dati della Tecnica della Scuola

Come abbiamo analizzato, gli stipendi dei docenti, che malgrado riforme, rinnovi contrattuali e adeguamenti al costo della vita non sono mai stati davvero corrispondenti al valore educativo, culturale e sociale del prezioso ruolo dell’insegnante. La Tecnica della Scuola ha messo a confronto le paghe a metà degli anni Novanta e negli anni Duemilaventi. Ciò che emerge è che i docenti non hanno mai nuotato nell’oro.Anche se in passato, stringendo la cinghia, riuscivano ad accantonare qualcosa. Oggi è quasi un miraggio.

Stipendi fermi, ma la vita è più cara

Calcolare il valore di uno stipendio attraverso i decenni non è semplice, poiché entrano in gioco molte variabili, fiscali, familiari e territoriali. Queste ultime, a loro volta, sono influenzate da fattori economici, finanziari e geopolitici. Per fare solo qualche esempio, nel 2002 c’è stato il cambio monetario tra lira ed euro, mentre dal 2020 a oggi hanno pesato la pandemia e l’inflazione scatenata dalla guerra tra Russa e Ucraina. Malgrado ciò, un paragone sulle spese “obbligate” – alimentari, abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili – è possibile. E da esso emerge la fotografia di stipendi che, a distanza di trent’anni, sono di fatto fermi. A fronte di un costo della vita che invece è cresciuto.

Quanto guadagnava un docente negli anni Novanta

Nel 1997, stando al Contratto collettivo nazionale 1996/97, un docente di scuola secondaria di secondo grado con 15 anni di servizio aveva uno stipendio tabellare di 26 milioni e 922mila lire. Conti alla mano, si trattava di circa due milioni e 243mila lire al mese. Se era l’unico lavoratore in famiglia, questi doveva sostenere spese medie mensili per alimentari, stimate da Istat in circa 777mila lire, e quelle per combustibili ed energia, pari a 185mila lire. Più complesso il discorso sulla casa: la spesa mensile stimata dall’istituto era di 858mila lire, ma l’indicatore teneva conto di “abitazione principale e secondaria”. Istat, insomma, riteneva ovvio che una famiglia degli anni Novanta avesse almeno due case.

Margine esiguo, ma risparmi ancora possibili

Ipotizzando che la spesa fosse divisa equamente tra i due immobili, si arriva a circa 429mila lire. La somma delle spese mensili obbligate, insomma, era di un milione e 391mila lire, poco più del 62% dello stipendio lordo tabellare. Un ulteriore 26,5% veniva assorbito dalle aliquota Irpef, lasciando ai docenti circa l’11,5%. Il margine, in realtà, è ancora più esiguo, perché bisogna sottrarre la quota di contributi a carico dei lavoratori“. Tuttavia, non c’è dubbio che i docenti di allora, con un po’ di fortuna, riuscissero a mettere qualcosa da parte. Cosa che oggi invece è molto più difficile.

Quanto guadagnava un docente nel 2023

A dirlo, ancora una volta, sono i numeri. Nel 2023 un docente laureato di scuola superiore con 15 anni di anzianità aveva uno stipendio tabellare di 27.477 euro l’anno, come previsto dal Contratto collettivo nazionale 2016/17, allora in vigore. Si trattava di circa 2.290 euro al mese, su cui le spese obbligate pesavano per il 66%. I dati Istat 2023 infatti dicono che la spesa media mensile delle famiglie per alimentari era di 526 euro, mentre quella per abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili raggiungeva i 985 euro. Per un totale di 1.511 euro al mese. Il restante 34% andava in buona parte all’aliquota Irpef del 28%, lasciando ai docenti circa il 6%. Tolte altre erano tasse e spese, ciò che restava non è un granché.

Com’è cambiato il ruolo dell’insegnante

Negli ultimi vent’anni la scuola è stata caricata di molte nuove competenze. Pensiamo soltanto all’educazione digitale, all’educazione alimentare, all’educazione stradale e di genere, che oggi sono diventate centrali. È chiaro che questo ha esposto i docenti a maggiori spese di formazione e a un carico di lavoro maggiore. Per questo, un adeguamento reale è sempre più urgente. Occorre recuperare il terreno perduto, anche in vista di un auspicabile allineamento agli stipendi europei. La strada, però, è ancora lunga.

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