Taglio Irpef, gli aumenti di stipendio per docenti e ATA

TuttoLavoro24

Taglio Irpef in manovra: a docenti e ATA questi aumenti di stipendio.
Stanziati 2 miliardi di euro, le tabelle.

Nelle bozze della manovra finanziaria 2026 è prevista una riduzione della seconda aliquota IRPEF, che passerebbe dall’attuale 35 % al 33 %, per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro lordo annuo.

Lo scopo dichiarato è sostenere il potere d’acquisto del ceto medio e «alleggerire le buste paga» senza compromettere la sostenibilità dei conti pubblici.

Secondo stime ufficiali e giornalistiche, il beneficio massimo (cioè per chi guadagna intorno alla soglia alta interessata) potrebbe arrivare a circa 440 euro l’anno.

Stanziati 2 miliardi di euro

Il Governo ha stanziato 2 miliardi do euro per la riduzione dell’irpef. Ma di quanto aumenteranno gli stipendi? Quale sarà l’impatto netto nella Scuola per docenti e ata?

L’effetto del taglio IRPEF non va inteso come un aumento diretto e uniforme degli stipendi, bensì come un alleggerimento dell’imposta sul reddito. Le “buste paga” nette aumenteranno in misura variabile in base a:

  1. reddito lordo (più alto è, maggiore è il beneficio potenziale, fino al limite stabilito),
  2. scaglioni inferiori (la riduzione si applica solo alla parte di reddito che cade nella fascia soggetta all’aliquota oggetto del taglio),
  3. deduzioni, detrazioni e contributi previdenziali, che influenzano la base imponibile effettiva,
  4. eventuali altri interventi (es. detrazioni, quoziente familiare, adeguamenti contrattuali) che affiancano la misura.

Ad esempio, per qualcuno che guadagna 50.000 euro annui, il beneficio stimato è fino a 440 euro l’anno in meno di imposte, ovvero circa 36-37 euro al mese extra.

Per redditi più bassi nella fascia (es. 30-35 mila euro) il vantaggio sarà molto modesto, come decine di euro all’anno, non decine di euro al mese.

Bisogna anche aggiungere che l’effetto reale sul “potere d’acquisto” dipenderà dalle pressioni inflazionistiche, aumenti dei costi (energia, alimentari, ecc.) e dalla capacità del mercato del lavoro di spingere salari nominali più alti.

Infine, l’altro capitolo è l’adeguamento salariale previsto (2 miliardi per i salari nel 2026). Se i contratti saranno rinnovati con aumenti legati all’inflazione, quel “bonus IRPEF” sommatosi al rialzo contrattuale potrebbe produrre un incremento reale più sensibile.

Gli aumenti per docenti e ATA

Ecco gli aumenti previsti per i docenti:

Come possiamo notare, a godere del piccolo beneficio saranno solamente i docenti anziani.

Per quanto riguarda il personale non docente, collaboratori scolastici e assistenti tecnici amministrativi non potranno avere alcun aumento:

Solo i DSGA, tra il personale non docente, avrà diritto all’aumento del netto.

Condividi questa storia, scegli tu dove!