Bullismo, i rischi degli insegnanti che non vigilano

di Valerio Musumeci, La Tecnica della scuola

Il caso di Latina e le indagini in corso.
Il caso di Latina e le indagini in corso.
Segnalazioni, mancate denunce e percezione dei docenti sul bullismo: le risposte dell’avvocato.

 

Sul bullismo a scuola anche insegnanti e presidi rischiano di pagare un caro prezzo. Nei casi più gravi “potrebbero insorgere responsabilità di carattere penale”, spiega a La Tecnica della Scuola Dino Caudullo, esperto di diritto scolastico. A partire dall’articolo 361 del Codice penale, che punisce “chi omette o ritarda di denunciare all’Autorità giudiziaria, o ad un’altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, un reato di cui ha avuto notizia nell’esercizio o a causa delle sue funzioni”. Ma ci sono anche le sanzioni disciplinari, che potrebbero comportare la sospensione dal servizio.

 

Il caso di Latina e le indagini in corso

Il tema è tornato di attualità in seguito alla tragedia che ha riguardato un 14enne di Latina, nel Lazio, che lo scorso 11 settembre si è tolto la vita, secondo le ricostruzioni, proprio a causa di atti di bullismo subiti a scuola. Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha inviato gli ispettori nella scuola superiore a cui il giovane era iscritto, per verificare la situazione, annunciando che la magistratura indaga “per istigazione al suicidio“. Al vaglio della Procura dei minori ci sarebbero quattro giovani, che nelle prossime ore dovranno chiarire la loro posizione.

 

Le responsabilità legate alla vigilanza

Per quanto riguarda gli insegnanti, sottolinea Caudullo, le responsabilità riguardando soprattutto il tema della vigilanza. “Dei danni subiti dagli alunni in ambiente scolastico risponde in prima battuta il docente per eventuale culpa in vigilando, e per esso il Ministero dell’Istruzione“. Il controllo in classe infatti “rappresenta uno dei principali doveri dell’insegnante”, con un livello di attenzione “inversamente proporzionale all’età degli alunni”. Come rivela un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, il bullismo “tende a essere più frequente tra i più giovani (episodi che occorrono più volte al mese rientrano nel 5% dei casi), con proporzioni che si riducono con l’aumentare dell’età“.

Le segnalazioni e le mancate denunce

Quanto alle denunce, proprio su di esse ruota uno degli aspetti più delicati della tragedia di Latina. La famiglia sostiene di aver segnalato a più riprese la situazione alla scuola, mentre il dirigente nega di aver ricevuto informazioni. “È evidente che nel caso in cui vi fossero precise denunce o segnalazioni idonee ad evidenziare il problema ed informare il docente circa fenomeni più o meno gravi di bullismo, certamente il docente avrebbe l’obbligo di informare il dirigente scolastico”, precisa Caudullo. Il preside, a sua volta, avrebbe “l’obbligo di denunciare all’autorità giudiziaria o di pubblica sicurezza i fatti che potrebbero integrare gli estremi di reato“.

La percezione dei docenti sul bullismo

Certo, individuare gli atti di bullismo, per un docente, non è facile. Non si tratta soltanto di accorgersi del fenomeno, ma anche di “valutarne l’eventuale gravità”, cosa non semplice “se non adeguatamente informato dall’alunno che li subisce, dai compagni o dalle famiglie”. Secondo un’indagine realizzata dal MIM tramite la piattaforma Elisa – dedicata proprio al tema del bullismo e del cyberbullismo tra i banchi – “i docenti stimano che sia coinvolto nei fenomeni circa il 6% degli studenti”. Peccato che, si legge nel rapporto, “circa il 25% degli studenti ha riportato di essere stato vittima di bullismo almeno una volta, mentre circa il 18% ha dichiarato di aver preso parte attivamente a episodi di bullismo“.

Il peso del razzismo e dell’omofobia

Come ricordato da La Tecnica della Scuola, molti istituti – compreso quello frequentato dal 14enne – hanno attivato misure contro il bullismo. La strada per superare il fenomeno, tuttavia, è ancora lunga. Gli ultimi dati disponibili (relativi all’anno scolastico 2022/23) dicono che a spingere i bulli è anche il pregiudizio. “Il 10,1% ha dichiarato di aver subito prepotenze a causa del proprio background etnico, l’8,1% di aver subito bullismo omofobico e il 7,4% di essere stato vittima di bullismo per una propria disabilità“. Da non trascurare, si legge infine nel documento, la dimensione digitale. “Circa l’8% dei partecipanti ha dichiarato di aver subito episodi di cyberbullismo“.

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