Sciopero generale del 22 settembre, rischio disagi nelle scuole. Protesta di SSB contro il ministero dell’Istruzione
da la tecnica della scuola
Si avvicina lo sciopero generale del 22 settembre, il primo dell’anno scolastico 2025/26. L’iniziativa è promossa dal sindacato USB Scuola, come parte di una protesta contro l’occupazione israeliana dei territori palestinesi. Lo sciopero, che vedrà il coinvolgimento di lavoratori e lavoratrici di diversi settori, tra cui quelli della scuola, si propone di alzare la voce contro “le espulsioni forzate e le demolizioni di case in Cisgiordania, le uccisioni mirate e l’incarcerazione di massa, l’annientamento della società civile palestinese e la cancellazione di un intero popolo”. L’USB ha espresso solidarietà alla Global Sumud Flotilla, l’iniziativa umanitaria che punta a portare aiuti via mare a Gaza.
Le motivazioni dello sciopero
Il sindacato ha invitato anche le famiglie, le studentesse e gli studenti a partecipare alla mobilitazione. L’appello riguarda non solo i lavoratori della scuola, ma tutti i settori pubblici e privati, “per fermare la macchina della guerra, dire basta all’oppressione coloniale e difendere il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione e alla libertà”. Le scuole potrebbero subire disagi a causa dello sciopero, come la chiusura dei plessi o una riduzione dei servizi offerti. La mancanza di trasporti scolastici, in particolare, potrebbe infatti essere un altro effetto della mobilitazione. Gli istituti, insomma, potrebbero risentire di questa giornata di sciopero in termini di disagi logistici.
La protesta del sindacato SSB
Nel contesto della mobilitazione del 22 settembre, il sindacato SSB ha espresso un forte dissenso nei confronti della comunicazione ufficiale ricevuta dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM). La circolare ministeriale che annuncia lo sciopero è stata giudicata scarna e asettica, priva di un’esposizione chiara delle motivazioni alla base della protesta. La critica del sindacato si concentra sulla volontaria omissione delle ragioni politiche e umanitarie dello sciopero, un atto che, secondo il SSB, ha l’obiettivo di “nascondere” la vera natura della protesta, rendendo difficile per i lavoratori e la comunità scolastica comprendere la portata e le giustificazioni di tale mobilitazione.
Il ruolo di dirigenti e famiglie
Secondo il sindacato, non fornire informazioni adeguate sulle motivazioni dello sciopero costituisce una grave mancanza di trasparenza e un ostacolo per chi desidera aderire alla protesta. Dirigenti scolastici, docenti e famiglie, si legge nella nota, hanno diritto di conoscere le ragioni dello sciopero per fare una scelta consapevole. Il SSB ha anche sottolineato che l’omissione delle motivazioni può avere l’effetto di minimizzare l’importanza della protesta e di limitarne l’impatto. Il sindacato denuncia, infine, la censura della comunicazione come un esempio della più ampia stretta sui diritti sindacali e sulla libertà di espressione.