L’assicurazione sanitaria integrativa sbarca nella scuola pubblica. La Cgil non firma: “Risorse esigue e 230mila esclusi”
Arriva l’assicurazione sanitaria integrativa anche nella scuola. Ma non per tutti. La novità è figlia del tavolo di trattativa tra sindacati e ministero dell’Istruzione e del Merito che ha fortemente voluto questa iniziativa, per ora garantita solo ai lavoratori di ruolo e ai supplenti con contratti fino al 31 agosto. La scelta è stata fortemente criticata da Flc Cgil, Cisl Scuola e Anief perché dall’accordo restano esclusi circa 230mila supplenti, tra docenti e Ata, con contratti in scadenza al 30 giugno. In viale Trastevere si sono impegnati a trovare in futuro fondi aggiuntivi anche per gli esclusi, ma per ora non c’è nessuna certezza.
Se da una parte il ministro Giuseppe Valditara può sbandierare un finanziamento di 65 milioni di euro per ciascuno dei prossimi quattro anni – come riporta la Cisl, il sindacato di Maurizio Landini ha fatto quattro conti che sminuiscono la portata dell’operazione: “Visto il numero di oltre 1,2 milioni di addetti nel settore, lo stanziamento di 65 milioni ad anno potrà darà una copertura annua di circa 54 euro a lavoratore. Da qui i notevoli limiti delle prestazioni riservate al personale”. Parole che il ministro respinge al mittente: “Alcune dichiarazioni strumentali – dice a ilfattoquotidiano.it – sono stupefacenti di fronte a una grande iniziativa per il personale scolastico. Se qualcuno per motivi ideologici rifiuterà questa misura di welfare destinata ad un milione di dipendenti si assumerà la responsabilità di fronte ai lavoratori. Per quanto riguarda i precari fino al 30 giugno, ho già dichiarato che c’è un impegno preciso e forte da parte mia ad individuare ulteriori risorse che andranno ad aggiungersi a quanto previsto nella scorsa Legge di bilancio”.
Ma di che assicurazione stiamo parlando? L’adesione all’assistenza sanitaria integrativa avverrà automaticamente, previa domanda con modalità che verranno in seguito precisate. Nella individuazione delle prestazioni il ministero si è fatto assistere da uno dei broker di maggiore rilevanza a livello mondiale (Marsh). Le prestazioni sanitarie si riferiscono ai cosiddetti “grandi interventi” – per i quali si registra una bassa frequenza – e ad altre tipologie di intervento di più alta frequenza. Nel primo gruppo rientra l’assistenza per patologie oncologiche, cardiologiche, altre gravi patologie, comprese le visite preparatorie e di controllo nei tre mesi precedenti e nei tre mesi successivi. Nel secondo gruppo (prestazioni ad alta frequenza) rientreranno le cure dentarie (con una seduta per igiene dentale e una visita), la prevenzione oncologica differenziata per genere, le spese collegate al parto (naturale e cesareo). Sono previsti anche contributi per la non autosufficienza e per una più ampia diagnostica finalizzata alla prevenzione in generale.
Dura la critica della segretaria nazionale della Flc Cgil, Gianna Fracassi, che non ha firmato l’accordo: “Questa misura, limitata a soli quattro anni, si avvale di un finanziamento di 260 milioni di euro di cui 250 sottratti con un taglio drastico ai fondi per il funzionamento didattico e amministrativo delle scuole. Si tratta di risorse indispensabili per il funzionamento delle istituzioni scolastiche le quali saranno costrette, come è già accaduto in passato, ad aumentare il cosiddetto ‘contributo volontario’ a carico delle famiglie per continuare a far fronte alle spese di gestione”. Una versione respinta da viale Trastevere che assicura che i fondi per le scuole non verranno toccati. La Cisl ha richiesto anche la costituzione di un apposito organismo di partecipazione composto pariteticamente tra le parti firmatarie del Contratto con il compito di monitorare, nel corso del quadriennio, l’efficacia dell’assicurazione sanitaria oltre che l’eventuale necessità di aggiornamenti delle clausole contrattuali.