Cacciari contro il Mim: “È una sciagura”

di Pasquale Almirante, La Tecnica della scuola

Valditara dà regolette. Educare non è un fatto meccanico e non si risolve nell’informare,
ma è atto educativo, un processo dinamico, interattivo.

 

In occasione della presentazione del FestivalFilosofia 2025, si legge su virgilio.it, il filosofo massimo Cacciari non è stato assolutamente tenero nei confronti del ministro dell’istruzione Valditara, definendo la sua gestione una sciagura. Il noto sito di ricerca online, fra l’altro, ha commentato quanto già ieri, sulle colonne di Repubblica, Cacciari aveva detto: Valditara dà regolette. È una sciagura: “Ci sono qualche saggio e i pedagogisti in viale Trastevere che pensano a dare regolette ai giovani. Una sciagura“.

Il filosofo, che rimane oggi l’unica voce critica nell’ormai angusto cerchio dentro cui si muove la nostra politica, ha fatto riferimento al tipo di educazione che veniva impartita in Grecia ai giovani e, spiega Cacciari, già nel termine “pais”, l’alunno era inteso come “un soggetto attivo” che “agisce sul magister”, ovvero sull’insegnante, in opposta idea e concezione delle continue parole del ministro che si limita a impartire “regolette” o a “informare” passivamente.

Educare, spiega ancora Cacciari, non è un fatto “meccanico e non si risolve nell’informare “, ma è atto educativo e dunque un processo dinamico, interattivo, in cui lo studente non è solo una figura passiva che riceve nozioni, ma un protagonista attivo che influenza e modella il proprio percorso di apprendimento.

Ma non solo. Per Cacciari la scuola italiana “versa in una situazione di crisi radicale, profondissima“, le cui punte più evidenti sarebbero: “Frustrazione, demotivazione di un corpo insegnante, che a volte è anche buono. Processi formativi per il corpo insegnante che sono una vergogna. Scuole sovraccaricate di pesi burocratici, amministrativi. La didattica è all’ultimo posto“.

E ancora: “Che di fronte a una situazione di questo genere si parli di latino sì, latino no, è semplicemente indecente“, facendo pure riferimento alle Indicazioni nazionali che non avrebbero fatto altro che confermare l’insegnamento (opzionale) del latino alle ex scuole medie.

 

Per Cacciari, alcuni funzionari del ministro dell’Istruzione “non sanno ciò che dicono, ciò di cui parlano, che non sanno che cos’è la scuola. Che non sanno come versa la scuola italiana oggi, e pure l’università. Che non sanno quali riforme radicali andrebbero fatte per la formazione dei docenti, per la loro selezione, per l’organizzazione all’interno della scuola, per liberare gli insegnanti da compiti che non hanno nulla a che fare con la didattica e con la loro preparazione”.

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