Il sistema scuola precarizza la vita degli insegnanti: «Non si può morire per un lavoro»
dai docenti del Liceo L. Rocci di Fara in Sabina, Domani
Alessandra Casilli, professoressa del liceo Rocci di Fara in Sabina, ha perso la vita in un incidente stradale, di ritorno dalla prova orale del concorso. «Il precariato è una realtà strutturale della scuola italiana, spesso comoda per le casse dello Stato. L’unico modo sensato di impiegare questa rabbia è denunciare l’inaccettabilità di certe nostre condizioni lavorative»
Gentile ministro,
questa è una lettera aperta che le invia la comunità scolastica del Liceo Rocci di Fara in Sabina, in provincia di Rieti.
Lo scorso 11 giugno la nostra comunità è stata colpita da una notizia devastante: la nostra collega Alessandra Casilli ha perso la vita in un incidente stradale. La sua macchina, per ragioni ancora da accertare, ha invaso la corsia vicina scontrandosi con un mezzo che procedeva in direzione opposta. Non c’è stato nulla da fare.
Alessandra era sulla statale 85 Venafrana in direzione di Passo Corese, dove la sera la sua classe la attendeva per la cena di fine anno a cui non è mai arrivata. Alessandra era ripartita da poco da Campobasso, dove era andata a sostenere la prova orale del concorso per la classe di concorso A040 – Scienze e tecnologie elettriche ed elettroniche.
Chi di noi in questi anni si è sottoposto ai concorsi per uscire dal precariato conosce bene la stanchezza, la pressione, l’ansia di queste situazioni valutative. E tante volte ci siamo domandati se davvero tali prove servano a valutare le nostre competenze didattiche e non siano piuttosto solo un modo per scoraggiarci, per far sì che molti rinuncino prima di tentare.
Non riusciamo a smettere di pensare ad Alessandra. Soprattutto, non riusciamo a smettere di pensare che non sia stata solo un’assurda tragedia, ma l’epilogo peggiore di una situazione inaccettabile, quella della precarietà e del sistema folle dei concorsi in questo paese.
In un anno passato con noi come supplente Alessandra ha mostrato sempre grande professionalità: si è messa in gioco nella valutazione educativa, ha studiato, fatto didattica, frequentato corsi di formazione; il tutto mentre preparava i concorsi. Non sappiamo se Alessandra sia stata sopraffatta dalla stanchezza, ma sicuramente era andata così lontano per poter avere un lavoro stabile nella scuola. Crediamo che la sua professionalità meriti di essere rivendicata, che la sua perdita sia una responsabilità che anche lo Stato si deve assumere.
Il precariato, signor ministro, è una realtà strutturale della scuola italiana. Una realtà spesso comoda per le casse dello Stato. Per andare a fare i concorsi, ad esempio, i docenti non di ruolo debbono chiedere un giorno di permesso, che però non viene loro retribuito. E infatti i posti messi a bando nei concorsi non bastano mai per coprire le cattedre disponibili.
I concorsi poi sono spesso lontani perché, per risparmiare, si accorpano le commissioni di più regioni e non sempre c’è la possibilità di farsi accompagnare da un familiare, un parente, un’amica che guidi al posto tuo, dopo una prova tanto spossante. Perché sì, è stressante fisicamente e mentalmente sostenere una prova che prevede l’estrazione di una traccia su cui costruire una lezione da discutere il giorno successivo: la notte passata davanti al pc, poi la prova, poi si guida verso casa perché il giorno dopo c’è il lavoro e perché una notte d’hotel non ce la rimborserà nessuno.
Ma anche se ci fossero le possibilità economiche, fermarsi in hotel dopo una notte insonne sarebbe comunque complesso, se non impossibile, soprattutto in certi periodi. Periodi tipo questo, quando ci sono gli scrutini ed è difficile se non impossibile assentarsi per più di un giorno.
Signor ministro, crediamo che l’unico modo sensato di impiegare questa rabbia che sentiamo per la morte di una collega è denunciare l’inaccettabilità di certe nostre condizioni lavorative, che se anche non sono direttamente la causa della morte di Alessandra sicuramente hanno contribuito a precarizzarne la vita.
La scuola, signor ministro, è fatta da lavoratori e lavoratrici che sono persone. E queste persone spesso viaggiano, si muovono da una provincia all’altra, a volte da una regione all’altra, per essere ogni mattina alle 8 in classe, con la lezione pronta, i compiti corretti. La salute, la sicurezza sul lavoro, la sostenibilità della didattica non sono tuttavia mai al centro dell’attenzione né mediatica né politica.
I concorsi, i diritti, gli stipendi, i dimensionamenti, ci permetta di dirlo, sembrano anzi avallare quella retorica nazionale di una categoria che lavora poco, fa tante vacanze e quindi merita stipendi tra i più bassi d’Europa, magari dopo anni di precariato. A ben poco serve inasprire la normativa sulla condotta quando nemmeno il nostro datore di lavoro sembra volerci riconoscere condizioni di lavoro adeguate. La nostra autorevolezza passa prima di tutto per l’essere rispettati come lavoratori e lavoratrici.
Non si può morire sul lavoro, di lavoro, per un lavoro. Lo dice anche la Costituzione. Noi ci teniamo a ribadirlo a lei e a tutti i ministri che l’hanno preceduta e che hanno avallato questo sistema di precarietà e di concorsi scellerati.
Ci sembra giusto farlo anche per la memoria di Alessandra.
Le docenti e i docenti del Liceo Lorenzo Rocci
Giulia Addazi
Edoardo Angione
Anna Grazia Ascani
Silvia Balossi
Flavia Benedetto
Laura Bettinelli
Daniela Cagnizi
Natalia Casciani
Camilla Cenciotti
Lucia Coccia
Elisa Colangeli
Antonello D’Angeli
Alessandro De Marco
Manuela Ficorilli
Giulia Filauro
Antonella Franchi
Alessio Franco
Vittoria Anna Gentili
Maria Gabriella Gnesotto
Vittorio Griscioli
Ignazio Guarrato
Mette Holst
Michele Intartaglia
Maria Locci
Donatella Luciani
Carlo Macrì
Marta Marcellini
Enrica Marchetti
Valerie Martucci
Francesco Mariani
Claudia Natalicchio
Beatrice Nicoletti
Christian Orsini
Martina Pantani
Alessandra Paris
Francesca Pavesi
Jessica Planamente
Lorenzo Pizzoli
Maria Grazia Ramacogi
Danilo Renzi
Paolo Rondoni
Tatiana Rossi
Francesca Savi
Daniela Schiavetti
Daniela Simonetti
Antonio Stefani
Ilaria Strinati
Silvia Tocci
Elvira Trovarelli
Giovanni Turco
Giammarco Turriziani Colonna
Simona Ungureanu
Domenico Ventrella
Tommaso Vicinelli
Nadia Zecchinelli