Conferma docente di sostegno, il TAR del Lazio decide sul decreto del Ministero dell’Istruzione N. 32
Il TAR Lazio decide oggi, 21 maggio, su riconferma docente sostegno su richiesta delle famiglie (DM 32/2025).
Conferma docente di sostegno, è atteso per la giornata di oggi, 21 maggio, il verdetto del TAR del Lazio sul contestato decreto ministeriale N. 32/2025, che introduce la possibilità per le famiglie degli alunni con disabilità di chiedere la riconferma del docente di sostegno già in servizio nell’anno scolastico 2024/2025. Un provvedimento che sta spaccando il mondo della scuola e che ha acceso un acceso confronto tra sindacati del comparto istruzione e associazioni delle famiglie.
Oggi il Tar del Lazio decide sul decreto ministeriale riguardante la conferma del docente di sostegno
Cosa prevede il decreto e chi può essere riconfermato
Il DM 32/2025, attuativo del DL 71/2024, stabilisce che i dirigenti scolastici debbano raccogliere entro il 31 maggio le richieste delle famiglie per la conferma del docente di sostegno e comunicare gli esiti entro il 15 giugno. È previsto anche il coinvolgimento dell’alunno nel processo decisionale, ove possibile.
La continuità didattica per l’anno scolastico 2025/2026 potrà essere applicata nei seguenti casi:
- Docenti specializzati, assegnati nel 2024/25 tramite GAE, GPS o interpelli;
- Docenti non specializzati, se individuati nel 2024/25 dallo scorrimento della seconda fascia GPS;
- Docenti non specializzati fuori dalla seconda fascia, selezionati nel 2024/25 tramite graduatorie incrociate GAE o GPS.
La supplenza potrà avere scadenza al 30 giugno o 31 agosto, a seconda della tipologia di posto.
Sindacati sul piede di guerra: ‘La scuola non è un supermercato’
Il punto più controverso riguarda il rischio di una personalizzazione eccessiva del ruolo del docente di sostegno, che, secondo i sindacati, non deve essere scelto “a piacere” dalle famiglie, ma garantire la propria funzione in un quadro collegiale e trasparente. “Si rischia di trasformare la scuola in un supermercato dove le famiglie scelgono i servizi come vogliono”, ha dichiarato Vito Carlo Castellana, coordinatore nazionale della Gilda, che ha promosso anche una petizione con oltre 5.000 firme per chiedere il ritiro del provvedimento.
I sindacati sottolineano che la continuità didattica si garantisce attraverso la stabilizzazione del personale e la trasformazione delle cattedre in deroga in organico di diritto, e non con scelte affidate alle famiglie che rischiano di compromettere la trasparenza e la meritocrazia nelle assunzioni. Nel frattempo, Cisl Scuola ha richiesto formalmente un incontro urgente con il Capo Dipartimento del Ministero dell’Istruzione, chiedendo chiarimenti sull’applicazione del decreto e tutele per i docenti coinvolti.
Famiglie e associazioni in difesa della misura: ‘Serve stabilità per i ragazzi’
Di tutt’altro avviso le principali associazioni impegnate nella tutela dei diritti delle persone con disabilità, tra cui FISH, MOIGE, CONFAD e il Garante nazionale della disabilità, che si schierano a favore del decreto, considerandolo un passo importante verso una scuola realmente inclusiva. Secondo la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), la posizione dei sindacati rappresenta una “difesa corporativa” che mette in secondo piano i bisogni degli studenti, per i quali la continuità educativa rappresenta una condizione fondamentale per il benessere e lo sviluppo del percorso scolastico.
Anche il MOIGE ha criticato l’opposizione delle organizzazioni sindacali, rivendicando il diritto delle famiglie a essere parte attiva nelle scelte educative dei propri figli. Analogo sostegno arriva da CONFAD e dal Garante della disabilità, secondo cui la possibilità di confermare un insegnante con cui l’alunno ha già instaurato un rapporto positivo rappresenta una garanzia irrinunciabile di qualità dell’inclusione scolastica.